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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), VIII, 17
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originale
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17. Villae vero, quam tunc forte praeteribamus, coloni multitudinem nostram latrones rati, satis agentes rerum suarum eximieque trepidi, canes rabidos et immanes et quibusuis lupis et ursis saeviores, quos ad tutelae praesidia curiose fuerant alumnati, iubilationibus solitis et cuiusce modi vocibus nobis inhortantur, qui praeter genuinam ferocitatem tumultum suorum exasperati contra nos ruunt et undique laterum circumfusi passim insiliunt ac sine ullo dilectu iumenta simul et homines lacerant diuque grassati plerosque prosternunt. Cerneres non tam hercules memorandum quam miserandum etiam spectaculum: canes copiosos ardentibus animis alios fugientes arripere, alios stantibus inhaerere, quosdam iacentes inscendere, et per omnem nostrum commeatum morsibus ambulare.
Ecce tanto periculo malum maius insequitur. De summis enim tectis ac de proxumo colle rusticani illi saxa super nos raptim devolvunt, ut discernere prorsus nequiremus qua potissimum caveremus clade, comminus canum an eminus lapidum. Quorum quidem unus caput mulieris, quae meum dorsum residebat repente percussit. Quo dolore commota statim fletu cum clamore sublato maritum suum pastorem illum suppetiatum ciet.
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traduzione
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Furono, invece, i contadini di un villaggio che in quel momento stavamo oltrepassando, a scambiarci per una banda di ladri e, preoccupati per i loro averi e tutti impauriti, con i soliti incitamenti e con urla di ogni genere, a lanciarci addosso i cani, bestioni enormi e feroci, assai pi? dei lupi e degli orsi, addestrati con cura proprio per la difesa e la guardia.
Questi, feroci per natura e aizzati dalle grida dei loro padroni, si lanciarono contro di noi e, attaccandoci da tutti i lati, ci saltarono addosso, azzannando senza alcuna distinzione bestie e uomini e atterrandone molti con ripetuti assalti. Fu una scena davvero indimenticabile e pi? ancora pietosa: un nugolo di cani inferociti che azzannavano quelli che tentavano di fuggire, che s'avventavano su chi era rimasto fermo, che saltavano addosso ai caduti, che correvano di qua e di l? in mezzo alla nostra schiera distribuendo morsi.
Ed ecco che a questo malanno se ne aggiunse un altro peggiore: i contadini, dall'alto dei tetti e gi? dal colle vicino cominciarono a farci piovere addosso una violenta sassaiola, tanto che a un certo punto noi non sapemmo pi? da che cosa dovessimo prima guardarci, se dai cani che ci erano addosso o dai sassi che piombavano su di noi da lontano.
A un certo momento una pietra colp? giusto al capo la donna che mi sedeva sulla schiena, la quale cominci? a strillare e a piangere per il dolore e a chiamare in aiuto suo marito, uno dei mandriani.
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