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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), VIII, 19
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originale
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19. Interea quidam senex de summo colle prospectat, quem circum capellae pascentes opilionem esse profecto clamabant. Eum rogavit unus e nostris, haberetne venui lactem vel adhuc liquidum vel in caseum recentem inchoatum. At ille diu capite quassanti: "Vos autem" inquit "de cibo vel poculo vel omnino ulla refectione nunc cogitatis? an nulli scitis quo loco consederitis?", et cum dicto conductis oviculis conversus longe recessit. Quae vox eius et fuga pastoribus nostris non mediocrem pavorem incussit. Ac dum perterriti de loci qualitate sciscitari gestiunt nec est qui doceat, senex alius, magnum ille quidem, gravatus annis, totus in baculum pronus et lassum trahens vestigium ubertim lacrimans per viam proximat visisque nobis cum fletu maximo singulorum iuvenum genua contingens sic adorabat:
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traduzione
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Intanto dalla cima di un colle un vecchio ci guardava, che fosse un pastore lo capimmo dalle capre che gli pascolavano intorno. Ma quando uno dei nostri gli chiese se avesse del latte fresco da venderci o almeno del formaggio, quello, scuotendo a lungo la testa, per tutta risposta ci fece: ?Ma come? proprio ora voi pensate a mangiare, a bere e a far la siesta? Ma non sapete dove vi trovate?? e tiratesi dietro le sue caprette scomparve ai nostri sguardi.
Queste parole, quel suo improvviso allontanarsi fecero nascere nei nostri mandriani una paura mica da poco e mentre, tutti impressionati, si chiedevano in che luogo fossero mai capitati, e non scorgevano nessuno che potesse informarli, ecco che apparve lungo la strada un altro vecchio, alto, carico d'anni, tutto curvo sul suo bastone dal passo lento e strascicato; piangeva, e quando ci vide raddoppi? le sue lacrime e venne a prostrarsi alle ginocchia di quei giovani.
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