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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Apuleio
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Metamorfosi (l'asino d'oro), VIII, 20
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originale
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20. "Per Fortunas vestrosque Genios, sic ad meae senectutis spatia validi laetique veniatis, decepto seni subsistite meumque parvulum ab inferis ereptum canis meis reddite. Nepos namque meus et itineris huius suavis comes, dum forte passerem incantantem sepiculae consectatur arripere, delapsus in proximam foveam, quae fruticibus imis subpatet, in extremo iam vitae consistit periculo, quippe cum de fletu ac voce ipsius avum sibi saepicule clamitantis vivere illum quidem sentiam, sed per corporis, ut videtis, mei defectam valetudinem opitulari nequeam. At vobis aetatis et robori beneficio facile est subpetiari miserrimo seni puerumque illum novissimum successionis meae atque unicam stirpem sospitem mihi facere."
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traduzione
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?Che la fortuna e i vostri genii vi facciano giungere sani e salvi alla mia et?,? cominci? a implorare. ?Ma voi aiutate questo povero vecchio, strappate alla morte il mio nipotino, rendetelo ai miei capelli bianchi. Vi dir?: mio nipote, dolce compagno di questo viaggio, mentre cercava di afferrare un uccellino che cantava sulla rupe, ? scivolato in un fosso qui vicino, sotto i rami pi? bassi di quegli alberi, ed ? in estremo pericolo di vita. ? ancora vivo, perch? lo sento che piange e chiama spesso suo nonno ma, come potete vedere, mi mancano le forze per poterlo soccorrere. Ma a voi che siete giovani e forti sar? facile dare una mano a questo povero vecchio e salvarmi il bambino, l'ultimo della mia famiglia e l'unico mio discendente.?
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