Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Apuleio
|
Metamorfosi (l'asino d'oro), IX, 9
|
|
originale
|
|
9. Sed adsiduis interrogationibus argumenti satietate iam defecti rursum ad viam prodeunt via tota, quam nocte confeceramus, longe peiorem, quidni? lacunosis incilibus voraginosam, partim stagnanti palude fluidam et alibi subluvie caenosa lubricam. Crebris denique offensaculis et assiduis lapsibus iam contusis cruribus meis vix tandem ad campestrem semitas fessus evadere potui. Et ecce nobis repente de tergo manipulus armati supercurrit equitis aegreque cohibita equorum curruli rabie Philebum ceterosque comites eius involant avidi colloque constricto et sacrilegos impurosque compellantes interdum pugnis obverberant nec non manicis etiam cunctos coartant et identidem urgenti sermone comprimunt, promerent potius aureum cantharum, promerent auctoramentum illud sui sceleris, quod simulatione sollemnium, quae in operto factitaverant, ab ipsis pulvinaribus matris deum clanculo furati, prosus quasi possent tanti facinoris evadere supplicium tacita profectione, adhuc luce dubia pomerium pervaserint.
|
|
traduzione
|
|
Ma con tutte quelle continue richieste, a un certo punto, non seppero pi? trovare argomenti validi e allora, di nuovo, dovettero rimettersi in viaggio, per una strada, per?, la peggiore di quante ne avevamo per corse di notte. Certo! tutta buche e crepacci, in certi punti sommersa dall'acqua stagnante, in altri sdrucciolevole per la fanghiglia.
Finalmente con le zampe tutte contuse per le continue inciampate e i numerosi scivoloni, stanco morto, riuscii a raggiungere un sentiero di campagna.
Ma ecco che, improvvisamente, ci piomb? alle spalle una schiera di cavalieri armati che, trattenendo a stento la foga dei loro cavalli, si gettarono su Filebo e soci e afferratili per la collottola, cominciarono a chiamarli spudorati e sacrileghi, prendendoli di quando in quando a pugni e a calci. Alla fine li ammanettarono tutti pretendendo che tirassero fuori una coppa d'oro, il frutto del loro misfatto, dicevano, che avevano rubata proprio dall'altare della madre degli dei, quando avevano finto di celebrare in segreto un rito solenne, per poi svignarsela dalla citt? alla chetichella che ancora non era giorno, sperando cos? di farla franca, come se fosse possibile dopo un simile sacrilegio.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|