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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), IX, 21
 
originale
 
21. Sed dum prima luce Barbarus procedit cubiculo, videt sub lectulo soleas incognitas, quibus inductus Philesitherus inrepserat, suspectisque a re nata quae gesta sunt, non uxori non ulli familiarum cordolio patefacto, sublatis iis et in sinum furtim absconditis, iusso tantum Myrmece per conservos vincto forum versus adtrahi, tacitos secum mugitus iterans rapidum dirigit gressum, certum solearum indicio vestigium adulteri posse se perfacile indipisci. Sed ecce per plateam dum Barbarus vultu turgido subductisque superciliis incedit iratus ac pone eum Myrmex vinculis obrutus, non quidem coram noxae prehensus, conscientia tamen pessima permixtus lacrimis uberibus ac postremis lamentationibus inefficacem commovet miserationem, opportune Philesitherus occurrens, quanquam diverso quodam negotio destinatus, repentina tamen facie permotus, non enim deterritus, recolens festinationis suae delictum et cetera consequenter suspicatus sagaciter extemplo sumpta familiari constantia, dimotis invadit cum summo clamore Myrmecem pugnisque malas eius clementer obtundens: "At te," inquit "nequissimum et periurum caput, dominus iste tuus et cuncta caeli numina, quae deierando temere devocasti, pessimum pessime perduit, qui de balneis soleas hesterna die mihi furatus es: dignus hercules, dignus, qui et ista vincula conteras et insuper carceris etiam tenebras perferas." Hac opportuna fallacia vigorati iuvenis inductus immo sublatus et ad credulitatem delapsus Barbarus, postliminio domum regressus, vocato Myrmece, soleas illas offerens et ignovit ex animo et, uti domino redderet, cui surripuerat, suasit."
 
traduzione
 
?Ma al mattino Barbaro, ciabattando per la camera, vide sotto il letto un paio di sandali che non aveva mai visti, quelli, appunto, che aveva Filesitero quando s'era intrufolato dentro. ?La cosa gli fece subito sospettare quel ch'era successo, ma senza mostrare ad alcuno il suo cruccio, n? alla moglie, n? ai servi, prese quei sandali e se li nascose in seno, limitandosi a ordinare agli altri servi di prendere Mirmece e trascinarlo in catene sulla pubblica piazza. ?Lui stesso vi si diresse a rapidi passi, ruggendo in cuor suo, sicuro che con l'indizio dei sandali gli sarebbe stato facile pescare l'adultero. ?E cos? Barbaro avanti, rosso in viso per la rabbia, la fronte aggrottata, Mirmece dietro, carico di catene, giunsero in piazza; ?Quest'ultimo, bench? non fosse stato colto sul fatto, per la coscienza sporca, era l? che piangeva come una fontana, suscitando coi suoi lamenti disperati l'inutile piet? della gente. ?Ma eccoti l? Filesitero, proprio nel momento giusto, che pur dovendo sbrigare tutt'altra faccenda, colpito da quella scena ma non certo intimorito, ricordando quale imperdonabile distrazione la fretta gli avesse fatto commettere e immaginando tutte le conseguenze che ne erano derivate, con quella presenza di spirito e quella risolutezza che gli erano proprie, fattosi largo tra i servi, si gett? urlando su Mirmece, riempiendogli la faccia di pugni, non troppo forti per?: ?'Ehi, tu, furfante e spergiuro,' gli gridava, 'che ti possano far crepare come meriti, il tuo padrone e tutti gli dei del cielo che tiri sempre in ballo nei tuoi falsi giuramenti. Sei tu che ieri al bagno mi hai rubato i sandali. Te le meriti proprio queste catene, perdio, che ti si possano consumare addosso e tu finire sprofondato in un carcere.' ?Una trovata migliore di questa l'intraprendente giovanotto non poteva inventarla. Infatti Barbaro si sent? subito sollevato e ci credette ciecamente. ?Torn? subito a casa, chiam? Mirmece, gli diede i sandali, lo perdon? con tutto il cuore e lo esort? a restituirli a chi li aveva rubati.?
 

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