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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), X, 6
 
originale
 
6. Vixdum pompae funebres et sepultura filii fuerant explicatae, et statim ab ipso eius rogo senex infelix, ora sua recentibus adhuc rigans lacrimis trahensque cinere sordentem canitiem, foro se festinus immittit. Atque ibi tum fletu tum precibus genua etiam decurionum contingens nescius fraudium pessimae mulieris in exitium reliqui filii plenis operabatur affectibus: illum incestum paterno thalamo, illum parricidam fraterno exitio et in comminata novercae caede sicarium. Tanta denique miseratione tantaque indignatione curiam sed et plebem maerens inflammaverat, ut remoto iudicandi taedio et accusationis manifestis probationibus et responsionis meditatis ambagibus cuncti conclamarint lapidibus obrutum publicum malum publice vindicari. Magistratus interim metu periculi proprii, ne de parvis indignationis elementis ad exitium disciplinae civitatisque seditio procederet, partim decuriones deprecari, partim populares compescere, ut rite et more maiorum iudicio reddito et utrimquesecus allegationibus examinatis civiliter sententia promeretur, nec ad instar barbaricae feritatis vel tyrannicae impotentiae damnaretur aliquis inauditus et in pace placida tam dirum saeculo proderetur exemplum.
 
traduzione
 
S'erano appena concluse con la sepoltura le cerimonie funebri che il povero vecchio con il viso ancora scavato dal pianto e i capelli bianchi sporchi di cenere, lasci? il sepolcro del figlio e raggiunse il tribunale. Qui, fra le lacrime e le implorazioni, gettandosi ai piedi dei decurioni, ignaro delle frodi della perfida moglie, scongiur? con tutta l'anima che l'altro suo figlio fosse condannato a morte, dichiarandolo colpevole di incesto per aver violato il talamo paterno, un fratricida per l'uccisione del fratello, un assassino per aver minacciato di morte la matrigna. E tanta fu la piet?, tanto lo sdegno che egli suscit? nei senatori e fra il popolo che di fronte ad accuse cos? schiaccianti e palesi e a prove cos? deboli e incerte portate a sua difesa, tutti gridarono che bisognasse tagliar corto con le lungaggini procedurali e che quel pericolo pubblico fosse condannato pubblicamente alla lapidazione. Ma i magistrati temendo di esporsi a un rischio troppo grande se da un banale motivo di sdegno il tumulto popolare avesse preso dimensioni tali da minacciare lo stesso ordine cittadino, da un verso si raccomandarono ai decurioni, dall'altro convinsero il popolo perch? si istruisse un processo secondo tutte le regole della procedura nel rispett? della tradizione, si esaminassero le prove portate dall'una e dall'altra parte e si pronunziasse una sentenza regolare, non all'uso dei barbari o dei selvaggi o come fanno i tiranni e i prepotenti che condannano un cittadino senza nemmeno ascoltarlo; questo anche per non dare, in un'et? di prosperit? e di pace, un esempio di crudelt
 

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