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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), X, 18
 
originale
 
18. Sed prius est ut vobis, quod initio facere debueram, vel nunc saltem referam, vis iste vel unde fuerit: Thiasus hoc enim nomine meus nuncupabatur dominus ? oriundus patria Corintho, quod caput est totius Achaiae provinciae, ut eius prosapia atque dignitas postulabat, gradatim permensis honoribus quinquennali magistratui fuerat destinatus, et ut splendori capessendorum responderet fascium, munus gladiatorum triduani spectaculi pollicitus latius munificentiam suam porrigebat. Denique gloriae publicae studio tunc Thessaliam etiam accesserat nobilissimas feras et famosos inde gladiatores comparaturus, iamque ex arbitrio dispositis coemptisque omnibus domuitionem parabat. Spretis luculentis illis suis vehiculis ac posthabitis decoris raedarum carpentis, quae partim contecta partim revelata frustra novissimis trahebantur consequiis, equis etiam Thessalicis et aliis iumentis Gallicanis, quibus generosa suboles perhibet pretiosa dignitatem, me phaleris aureis et fucatis ephippis et purpureis tapetis et frenis argenteis et pictilibus balteis et tintinnabulis perargutis exornatum ipse residens amantissime nonnumquam commisit adfatur sermonibus atque inter alia pleraque summe se delectari profitebatur, quod haberet in me simul et convivam et vectorem.
 
traduzione
 
Prima per? devo dirvi chi era e da dove veniva questo mio padrone, anche se, veramente, avrei dovuto parlarvene fin dall'inizio. Ebbene, si chiamava Tiaso, era originario di Corinto, la capitale della provincia di Acaia e, dopo aver percorso tutti i gradi della carriera politica, come del resto esigevano la sua nobile stirpe e il suo rango, era stato designato alla magistratura quinquennale. Orbene per festeggiare degnamente l'assunzione della carica aveva promesso ben tre giorni di spettacoli gladiatori e aveva tutta l'intenzione di andar ben oltre con la sua munificenza. E, infatti, per il desiderio di farsi una notoriet?, era andato perfino in Tessaglia a comperare le belve migliori e i gladiatori pi? rinomati. Quando giunse il momento di tornare in patria, dopo aver sistemato ogni cosa secondo la sua volont? e aver fatto tutti gli acquisti, non ? che egli utilizzasse per s? i suoi magnifici cocchi, i suoi carri tirati da bestie feroci, che coperti o scoperti che fossero rimasero vuoti in coda al convoglio, ma volle amabilmente sedere sulla mia groppa, sdegnando perfino i puledri tessali o i cavalli di Gallia, purosangue ricercati a peso d'oro. Mi aveva messo finimenti dorati, una sella ricamata, una gualdrappa di porpora, un morso d'argento, briglie colorate e squillanti campanellini e ogni tanto ci rivolgeva paroline dolci, e fra le altre cose mi confessava che l'aver trovato in me un commensale e, nello stesso tempo, una cavalcatura, era la cosa che gli faceva pi? piacere.
 

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