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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), XI, 28
 
originale
 
28. Ad istum modum desponsus sacris sumptuum tenuitate contra votum meum retardabar. Nam et viriculas patrimonii peregrinationis adtriverant impensae et erogationes urbicae pristinis illis provincialibus antistabant plurimum. Ergo duritia paupertatis intercedente, quod ait vetus proverbium, inter sacrum ego et saxum positus cruciabar, nec setius tamen identidem numinis premebar instantia. Iamque saepicule non sine magna turbatione stimulatus, postremo iussus, veste ipsa mea quamvis parvula distracta, sufficientem contraxi summulam. Et id ipsum praeceptum fuerat specialiter: "An tu" inquit "si quam rem voluptati struendae moliris, laciniis tuis nequaquam parceres: nunc tantas caerimonias aditurus impaenitendae te pauperiei cunctaris committere?" Ergo igitur cunctis adfatim praeparatis, decem rursus diebus inanimis contentus cibis, insuper etiam deraso capite, principalis dei nocturnis orgiis inlustratus, plena iam fiducia germanae religionis obsequium divinum frequentabam. Quae res summum peregrinationi meae tribuebat solacium nec minus etiam victum uberiorem subministrabat, quidni? Spiritu faventis Eventus quaesticulo forensi nutrito per patrocinia sermonis Romani.
 
traduzione
 
Promesso cos? a questa seconda consacrazione io ero per? costretto, mio malgrado, a rimandarla per la modestia dei miei mezzi. Le spese del viaggio avevano, infatti, assottigliato il mio patrimonio e la vita in citt? era poi molto pi? cara che non in provincia; stante cos? l'ostacolo della povert?, io mi trovavo, come dice il vecchio proverbio, tra l'incudine e il martello, proprio in un bel guaio, dato, oltretutto, che il dio continuava a insistere e a portarmi fretta. Alla fine, di fronte a cos? frequenti esortazioni, che mi avevano messo in uno stato di angoscia, e che poi divennero vere e proprie ingiunzioni, io decisi di vendere i miei vestiti, per quanto modesti e a far su la sommetta necessaria. In effetti l'ordine del dio era stato chiaro: ?Per toglierti qualche capriccio,? chi aveva detto, ?tu certo non esiteresti a disfarti di questi tuoi stracci; ora per? che devi accostarti a una cerimonia cos? importante stai l? in forse se arrischiare o meno una povert? di cui non avrai davvero a pentirti.? E cos? predisposi per benino ogni cosa: per dieci giorni, nuovamente, mi astenni dal mangiar carne, poi mi rasai il capo, partecipai ai riti notturni in onore del dio, insomma con fede sicura frequentai i servizi di vini di quella religione affine. E questo, per me che, in fondo, ero uno straniero, fu di grande conforto, anzi mi procur? addirittura una certa agiatezza, come no?: col buon vento in poppa mi misi a difendere cause nel foro in lingua latina e ci sbarcavo il lunario.
 

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