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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Apuleio
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Della magia, 5
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originale
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[5] De eloquentia uero, si qua mihi fuisset, neque mirum neque inuidiosum deberet uideri, si ab ineunte aeuo unis studiis litterarum ex summis uiribus deditus omnibus aliis spretis uoluptatibus ad hoc aeui haud sciam anne super omnis homines impenso labore diuque noctuque cum despectu et dispendio bonae valetudinis eam quaesissem. sed nihil ab eloquentia metuant, quam ego, si quid omnino promoui, potius spero quam praesto. sane quidem, si uerum est quod Statium Caecilium in suis poematibus scripsisse dicunt, innocentiam eloquentiam esse, ego uero profiteor ista ratione ac praefero me nemini omnium de eloquentia concessurum. quis enim me hoc quidem pacto eloquentior uiuat, quippe qui nihil unquam cogitaui quod eloqui non auderem? eundem me aio facundissimum esse, nam omne peccatum semper nefas habui; eundem disertissimum, quod nullum meum factum uel dictum extet, de quo di[s]serere publice non possim ita, ut iam de uorsibus di[s]sertabo quos a me factos quasi pudendos protulerunt, cum quidem me animaduertisti cum risu illis suscensentem, quod eos absone et indocte pronuntiarent.
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traduzione
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Quanto all'eloquenza, supposto che io ne abbia avuta, non dovrebbe sembrare cosa strana n? odiosa, se fin dalla prima giovinezza, dedicatomi unicamente e con tutte le forze agli stud? letterar?, sdegnato ogni altro piacere, fino a questa et?, forse pi? di ogni altro uomo con accanito lavoro giorno e notte, io abbia cercato di conseguirla, spregiando e sprecando la mia salute. Ma nessun timore da questo lato. Della eloquenza, per quanto io abbia potuto in essa progredire, ho piuttosto il desiderio che il possesso. Certamente, se ? vero quanto si dice abbia scritto nelle sue commedie Stazio Cecilio, che l'innocenza ? eloquenza, se ? vero questo, riconosco e pubblicamente dichiaro che in fatto di eloquenza non la ceder? a nessuno. Chi potrebbe essere nella vita pi? valente espositore di me, che non ebbi mai un pensiero che temessi di esporre? E affermo io stesso di essere facondissimo, perch? ogni peccato ho sempre ritenuto nefando; di essere ottimo parlatore perch? non esiste nessun fatto o detto mio di cui io non possa publicamente parlare: cos? come ora parler? dei versi da me composti che essi hanno creduto di recitare qui quasi a mia vergogna, mentre io, come hai notato, ascoltavo con un riso di sdegno per quegli ignorantoni che li pronunciavano in modo cos? scorretto.
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