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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 6
 
originale
 
[6] Primo igitur legerunt e ludicris meis epistolium de dentifricio uersibus scriptum ad quendam Calpurnianum, qui cum aduersum me eas litteras promeret, non uidit profecto cupiditate laedendi, si quid mihi ex illis fieret criminosum, id mihi secum esse commune. nam petisse eum a me aliquid tersui dentibus uersus testantur: 'Calpurniane, salue properis uersibus. misi, ut petisti, [tibi] munditias dentium, nitelas oris ex Arabicis frugibus, tenuem, candificum, nobilem puluisculum, complanatorem tumidulae gingiuulae, conuerritorem pridianae reliquiae, ne qua uisatur tetra labes sordium, restrictis forte si labellis riseris.' quaeso, quid habent isti uersus re aut uerbo pudendum, quid omnino quod philosophus suum nolit uideri? nisi forte in eo reprehendendus sum, quod Calpurniano puluisculum ex Arabicis frugibus miserim, quem multo aequius erat spurcissimo ritu Hiberorum, ut ait Catullus, sua sibi urina 'dentem atque russam pumicare gingiuam'.
 
traduzione
 
Essi, dunque, hanno cominciato a leggere tra i miei scherzucci letterari un bigliettino poetico su un dentifricio, indirizzato ad un certo Calpurniano, il quale nell'esibire quella lettera a mio danno, non ha certamente visto, per la bramosia di nuocermi, se egli non fosse per caso responsabile con me di quel delitto, se delitto c'era: perch? proprio lui mi aveva richiesto una sostanza per la pulizia dei denti, come attestano i versi. Eccoli. Ti saluto, Calpurniano, con versi improvvisati. Ti ho mandato, come hai chiesto, nettezza di denti, splendori di bocca, fatti con arabici aromi, una tenue candifica famosa polverina che liscia e appiana la gengivetta enfiata che spazza via i resti del pranzo di ieri perch? non si veda nessuna traccia impura quando avrai schiuso le labbra al sorriso. Di grazia, qual ? in codesti versi il detto, il pensiero, che faccia vergogna e che un filosofo non debba volere far suo? Oppure per questo io sono da riprendere, per avere inviato una polverina tratta da piante arabiche a Calpurniano cui sarebbe molto pi? adatto, secondo la sporcissima usanza degli Iberi, di servirsi, come dice Catullo, della propria urina: Per lustrarsi i denti e la rossa gengiva.
 

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