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Ovidio


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Apuleio
Della magia, 40
 
originale
 
[40] Cum hoc satis dixi, tum aliud accipe. quid enim tandem, si medicinae neque instudiosus neque imperitus quaepiam remedia ex piscibus quaero? ut sane sunt plurima cum in aliis omnibus rebus eodem naturae munere interspersa atque interseminata, tum etiam nonnulla in piscibus. an remedia nosse et ea conquirere magi potius esse quam medici, quam denique philosophi putas, qui illis non ad quaestum, sed ad suppetias usurust? ueteres quidem medici etiam carmina remedia uulnerum norant, ut omnis uetustatis certissimus auctor Homerus docet, qui facit Vlixi de uulnere sanguinem profluentem sisti cantamine. nihil enim, quod salutis ferendae gratia fit, criminosum est. 'at enim' inquit 'piscem cui rei nisi malae proscidisti, quem tibi Themis[c]on seruus attulit?' quasi uero non paulo prius dixerim me de particulis omnium animalium, de situ earum de[ni]que numero de[ni]que causa conscribere ac libros $A)NATOMW=N& Aristoteli et explorare studio et augere. atque adeo summe miror quod unum a me pisciculum inspectum sciatis, cum iam plurimos, ubicumque locorum oblati sunt, aeque inspexerim, praesertim quod nihil ego clanculo, sed omnia in propatulo ago, ut quiuis uel extrarius arbiter adsistat, more hoc et instituto magistrorum meorum, qui aiunt hominem liberum et magnificum debere, si qu[o] eat, in primori fronte animum gestare. hunc adeo pisciculum, quem uos leporem marinum nominatis, plurimis qui aderant ostendi; necdum etiam decerno quid uocent, nisi quaeram sane accuratius, quod nec apud ueteres philosophos proprietatem eius piscis reperio, quanquam sit omnium rarissima et hercule memoranda; quippe solus ille, quantum sciam, cum sit cetera exossis, duodecim numero ossa ad similitudinem talorum suillorum in uentre eius conexa et catenata sunt. quod Aristoteles si [scisset, n]umquam profecto omisisset scribto prodere, qui aselli piscis solius omnium in medio aluo corculum situm pro maximo memorauit.
 
traduzione
 
Ho detto abbastanza: ora ascolta anche questo: che c'? finalmente di male se io, che della medicina sono studioso ed esperto, cerco di ricavare dai pesci taluni rimedi? La natura ha infuso dovunque, sparsi e seminati qua e l?, numerosissimi princ?pi salutari, e alcuni anche nei pesci. Conoscere i rimedi e farne ricerca ritieni sia piuttosto ufficio del mago e non del medico e del filosofo il quale se ne servir? non per averne guadagno ma per prestare soccorso? Gli antichi medici conoscevano anche gl'incantesimi come rimedio delle ferite: ce lo insegna Omero, l'autore pi? sicuro di tutta l'antichit?, il quale ci mostra arrestato mediante incantesimo il sangue che scorre dalla ferita di Ulisse. Nulla di ci? che si fa per salvare una vita ? delittuoso. ?Ma, dice, per quale fine, se non malefico, tu sezionasti il pesce che ti port? il servo Temisone?? Poco fa ho detto che ho scritto libri sugli organi di tutti gli animali: loro posto, loro numero, loro ragione di essere: e di avere esaminato accuratamente e accresciuto di nuove osservazioni le opere di anatomia di Aristotele. E sommamente mi stupisco che voi abbiate saputo della ispezione di un solo pesce, mentre tanti e poi tanti, dovunque me ne siano capitati, ho ugualmente ispezionato; e questo ho fatto non di nascosto, ma apertamente alla presenza di qualunque testimone, anche estraneo, seguendo l'esempio e i precetti dei miei maestri i quali affermano che l'uomo libero e generoso deve, dovunque vada, portare l'anima sulla fronte. Cos?, questo pesciolino, che chiamate lepre di mare, ho mostrato ai moltissimi che erano presenti, e ancora non saprei dire qual ? il suo nome, senza prima fare ricerche molto accurate, perch? neppure presso gli antichi filosofi trovo il carattere proprio di questo pesce, sebbene sia il pi? raro fra tutti e davvero degno di essere ricordato. Esso solo infatti, per quanto io ne sappia, sprovvisto di ossi nel resto del corpo, ha dodici ossi, simili a malleoli di zampe suine, connessi e concatenati nel ventre. E Aristotele non avrebbe tralasciato di segnalarlo nei suoi scritti, egli che ricord?, come molto importante, il fatto che solo il pesce asello ha il cuoricino collocato nel mezzo dell'addome.
 

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