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Ovidio


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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 46
 
originale
 
[46] Hic satis ueteratorie Tannonius Pudens, cum hoc quoque mendacium frigere ac prope iam omnium uultu et murmure explosum uideret, ut uel suspiciones quorundam spe moraretur, ait pueros alios producturum, qui sint aeque a me incantati, atque ita ad aliam speciem argumenti transgressus est. quod quamquam dissimulare potui, tamen ut omnia, ita hoc quoque ultro prouoco. cupio enim produci eos pueros, quos spe libertatis audio confirmatos ad mentiendum. sed nihil amplius dico: ut producant. postulo igitur et flagito, Tannoni Pudens, ut expleas quod pollicitus. cedo pueros istos, quibus confiditis: produc, nomina qui sint. mea aqua licet ad hoc utare. dic, inquam, Tannoni. quid taces, quid cunctaris, quid respectas? quod si hic nescit quid [di]dicerit aut nomina oblitus est, at tu, Aemiliane, cede huc, dic quid aduocato tuo mandaueris, exhibe pueros. quid expalluisti? quid taces? hocine accusare est, hocine tantum crimen deferre an Claudium Maximum, tantum uirum, ludibrio habere, me calumnia insectari? quod si forte patronus tuus uerbo prolapsus est et nullos pueros habes quos producas, saltem XIIII seruis quos ex[h]ibui ad aliquid utere.
 
traduzione
 
Qui Tannio Pudente, furbacchione com'?, visto che anche questa menzogna era freddamente accolta e disapprovata a quanto appariva dal volto e dal mormorio del pubblico, per trattenere ancora con le promesse i sospetti di alcuni, afferm? che avrebbe prodotti altri fanciulli, ugualmente vittime dei miei incantesimi: dopo di che pass? ad altro ordine di prove. Avrei potuto lasciar cadere l'incidente: ma come su tutto il resto, anche su questo punto, sfido l'avversario alla prova. Voglio che tu li produca, quei giovani servi che con la promessa dell'affrancamento, si dice, hai impegnato a mentire. Di questo non discuto: siano prodotti. Reclamo ed esigo, Tannonio Pudente, che tu adempia la tua promessa. Avanti, vediamo codesti fanciulli in cui confidate, presentali, di' i loro nomi. Prendi pure a questo scopo la mia parte di acqua: io consento. Parla, dico, Tannonio; perch? taci, perch? esiti, a che guardi indietro? Ma se Tannonio non sa pi? la sua lezione e ha dimenticato i nomi, fatti avanti tu, Emiliano, di' quale incarico avevi affidato al tuo avvocato, presenta questi ragazzi. Sei impallidito, taci, perch?? Ah, dunque cos? si accusa, cos? si denuncia un tanto delitto, o non piuttosto si tiene in dileggio Claudio Massimo, un tanto uomo, e mi si perseguita con la calunnia? Ma se per caso il tuo avvocato ha sbagliato a parlare, e tu non hai giovani schiavi da presentare, almeno gi?vati dei quattordici servi che ho messo a tua disposizione.
 

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