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brano
 
Apuleio
Della magia, 67
 
originale
 
[67] Quid igitur est? cuiuis clarius dilucet aliam rem inuidia nullam esse quae hunc et Herennium Rufinum, impulsorem huius, de quo mox dicam, ceterosque inimicos meos ad nectendas magiae calumnias prouocarit. quin[que] igitur res sunt, quas me oportet disputare. nam si probe memini, quod ad Pudentillam attinet, haec obiecere: una res est, quod numquam eam uoluisse nubere post priorem maritum, sed meis carminibus coactam dixere; altera res est de epistulis eius, quam confessionem magiae putant; deinde sexagesimo anno aetatis ad lubidinem nubsisse, et quod in uilla ac non in oppido tabulae nubtiales sint consignatae, tertio et quarto loco obiecere; nouissima et eadem inuidiosissima criminatio de dote fuit. ibi omne uirus totis uiribus adnixi effundere, ibi maxime angebantur, atque ita dixere me grandem dotem mox in principio coniunctionis nostrae mulieri amanti remotis arbitris in uilla extorsisse. quae omnia tam falsa, tam nihili, tam inania ostendam adeoque facile et sine ulla controuersia refutabo, ut medius fidius uerear, Maxime quique in consilio estis, ne demissum et subornatum a me accusatorem putetis, ut inuidiam meam reperta occasione palam restinguerem. mihi credite, quod reabse intelle[ge]tur: oppido quam mihi laborandum est, ne tam friuolam accusationem me potius callide excogitasse quam illos stulte suscepisse existimetis.
 
traduzione
 
E allora? Ognuno vede luminosamente che la sola invidia, nient'altro, ha mosso Emiliano ed Erennio Rufino, suo istigatore, di cui dir? fra poco, e gli altri miei nemici a ordire questa trama calunniosa di magia. Cinque punti io debbo trattare perch?, se ben ricordo, rispetto a Pudentilla, i capi di accusa sono questi: primo: Pudentilla non ha mai voluto rimaritarsi dopo la morte del primo marito: lo ha fatto perch? costretta dai miei incantesimi; secondo: nelle sue lettere, siccome essi pretendono, ? confessata l'azione magica; terzo: a sessant'anni di et? essa ha ripreso marito per voglia di maschio; quarto: l'atto di matrimonio fu stipulato in campagna, non in citt?. L'ultimo capo di accusa, e il pi? odioso, concerne la dote. Qui con ogni sforzo cercarono di spargere tutto il loro veleno; ed era questa la cosa che pi? li tormentava: questa grossa dote che io, al principio della nostra unione, in una villa di campagna, avrei estorto a una moglie innamorata. Cos? hanno detto. E questo inconfutabilmente dimostrer? cos? falso, cos? vano, cos? nullo, che temo davvero, Massimo, e voi signori del consiglio, non abbiate da sospettare che io abbia sospinto e subornato l'accusatore perch?, trovata l'occasione, potessi smorzare pubblicamente l'invidia che mi circondava. Credetemi, e lo constaterete: avr? da faticare non poco per eliminare il vostro sospetto che una tanto frivola accusa sia una mia astuta invenzione anzich? una stolta impresa dei miei avversari.
 

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