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brano
 
Apuleio
Della magia, 68
 
originale
 
[68] Nunc dum ordinem rei breuiter persequor et efficio, ut ipse Aemilianus re cognita falso se ad inuidiam meam inductum et longe a vero aberrasse necesse habeat confiteri, quaeso, uti adhuc fecistis uel si quo magis etiam potestis, ipsum fontem et fundamentum iudicii huiusce diligentissime cognoscatis. Aemilia Pudentilla, quae nunc mihi uxor est, ex quodam Sicinio Amico, quicum antea nubta fuerat, Pontianum et Pudentem filios genuit eosque pupillos relictos in potestate paterni aui -- nam superstite patre Amicus decesserat -- per annos ferme quattuordecim memorabili pietate sedulo aluit, non tamen libenter in ipso aetatis suae flore tam diu uidua. sed puerorum auus inuita[m] eam conciliare studebat [in] ceterum filio[s] suo[s] Sicinio Claro eoque ceteros procos absterrebat; et praeterea minabatur, si extrario nubsisse[t], nihil se filiis eius ex paternis eorum bonis testamento relicturum. quam condicione[m] cum obstinate propositam uideret mulier sapiens et egregie pia, ne quid filiis suis eo nomine incommodaret, facit quidem tabulas nubtiales cum quo iubebatur, cum Sicinio Claro, uerum enimuero uariis frustrationibus nuptias eludit eo ad, dum puerorum auus fato concessit relictis filiis eius heredibus ita, ut Pontianus, qui maior natu erat, fratri suo tutor esset.
 
traduzione
 
Ora, mentre riassumo ordinatamente i fatti e cerco di costringere lo stesso Emiliano a confessare, quand'abbia conosciuto la realt? delle cose, d'essersi pienamente ingannato, vogliate voi, come avete fatto fin qui e pi? attentamente ancora, se ? possibile, considerare proprio la fonte e la base dell'attuale processo. Emilia Pudentilla, ora mia moglie, da un tale Sicinio Amico, suo precedente marito, gener? due figli, Ponziano e Pudente, e ad essi, rimasti orfani, sotto la potest? dell'avo paterno - Amico era morto essendo ancor vivo suo padre - durante quattordici anni dedic? tutte le sue cure di tenerissima madre: ma non senza il rincrescimento di una cos? lunga vedovanza proprio nel fiore dell'et?. Il nonno dei ragazzi cercava di unirla, contro sua volont?, all'altro figlio Sicinio Claro e perci? teneva lontani tutti i pretendenti; inoltre minacciava, se avesse sposato un estraneo, che ai figli non avrebbe lasciato nulla, per testamento, dei loro beni paterni. Visto che era quella una irremovibile condizione, da saggia donna e da madre affettuosa, per non recar danno ai figli, fece contratto di matrimonio con l'uomo che le era imposto, con Sicinio Claro, ma con vari pretesti eluse le nozze, fino a che il nonno mori e, rimasti eredi i figlioli, al maggiore di essi, Ponziano, fu per conseguenza data la tutela del fratello.
 

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