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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Apuleio
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Della magia, 70
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originale
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[70] Scripsistine haec, Aemiliane, quae lecta sunt? 'nubere illam uelle et debere scio, sed quem eligat nescio.' recte tu quidem: nesciebas; Pudentilla enim tibi, cuius infesta[m] malignitatem probe norat, de ipsa re tantum, ceterum de petitore nihil fatebatur. at tu dum eam putas etiamnum Claro fratri tuo denubturam, falsa spe inductus filio quoque eius Pontiano auctor adsentiendi fuisti. igitur si Claro nubsisset, homini rusticano et decrepito seni, sponte eam diceres sine ulla magia iam olim nubturisse: quoniam iuuenem talem qualem dicitis elegit, coactam fecisse ais, ceterum semper nubtias aspernatam. nescisti, improbe, epistulam tuam de ista re teneri, nescisti te tuomet testimonio conuictum iri. quam tamen epistolam Pudentilla testem et indicem tuae uoluntatis, ut quae te leuem et mutabilem nec minus mendacem et inpudentem scire[t], maluit retinere quam mittere. ceterum ipsa de ea re Pontiano suo Romam scripsit, etiam causas consilii sui plene allegauit. dixit illa omnia de ualetudine: nihil praeterea esse, cur amplius deberet obdurare, hereditatem auitam longa uiduitate cum despectu salutis suae quaesisse, eandem summa industria auxisse; iam deum uoluntate ipsum uxori, fratrem eius uirili togae idoneos esse; tandem aliquando se quoque paterentur solitudini[s] suae et aegritudini subuenire; ceterum de pietate sua et supremo iudicio nihil metuerent; qualis uidua eis fuerit, talem nuptam futuram. recitari iubebo exemplum epistolae huius ad filium missae. --
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traduzione
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Hai scritto, Emiliano, ci? che ? stato letto? ?Che la vedova voglia e debba sposare lo so; chi sia il preferito, lo ignoro?. Hai detto bene: lo ignoravi. Infatti Pudentilla, che conosceva bene la tua nemica malignit?, ti aveva comunicato soltanto la cosa senza fare il nome dell'aspirante. Ma tu credevi ancora che lei avrebbe finito per sposare tuo fratello Sicinio Claro, e indotto dalla fallace speranza, inducesti anche Ponziano a dare il consenso. Se lei avesse sposato Claro, un contadinaccio decrepito, diresti che essa di sua volont?, senza bisogno di fatture magiche, desiderava un marito; ma poich? si scelse un giovane, tale quale voi dite, dici che fu costretta a farlo e che essa aveva sempre sdegnato il matrimonio. Ignoravi, pezzo di canaglia, che su questo argomento era nelle nostre mani una lettera tua; ignoravi che ti avrebbe smentito la tua stessa testimonianza. E appunto questa lettera, testimone e rivelatrice della sua volont?, Pudentilla, che ti conosceva frivolo e mutevole non meno che mentitore e impudente, prefer? trattenere anzich? spedire. Essa stessa tuttavia su quest'affare scrisse a Roma al suo Ponziano, esponendo pienamente anche i motivi della sua decisione. Parl? senza nasconder nulla, della sua malattia: disse che non c'era alcun motivo di persistere ancora, che a scapito della sua salute aveva assicurato ai figli l'eredit? del nonno e che l'aveva anzi accresciuta con la massima diligenza; aggiunse che ormai, col volere di Dio, egli stesso era giunto all'et? del matrimonio e il fratello stava per indossare la toga virile; dovevano permettere una buona volta che anch'essa finalmente ponesse un rimedio alla solitudine e all'infermit?; quanto al resto della tenerezza e delle sue ultime volont? non dovevano dubitare: qual era stata da vedova, tale sarebbe stata da maritata. Far? leggere una copia della sua lettera al figlio. (Segue la lettura del documento.)
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