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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 72
 
originale
 
[72] Cum in hoc statu res esset inter procationem matris et metum fili, fortene an fato ego aduenio pergens Alexandream. dixissem hercule 'quod utinam numquam euenisset', ni me uxoris meae respectus prohiberet. hiemps anni erat. ego ex fatigatione itineris aduectus apud Appios i[s]tos amicos meos, quos honoris et amoris gratia nomino, aliquam multis diebus decumbo. eo uenit ad me Pontianus; nam fuerat mihi non ita pridem ante multos annos Athenis per quosdam communis amicos conciliatus et arto postea contubernio intime iunctus. facit omnia circa ho[no]rem meum obseruanter, circa salutem sollicite, circa amorem callide; quippe etenim uidebatur sibi peridoneum maritum matri repperisse, cui bono periculo totam domus fortunam concrederet. ac primo quidem uoluntatem meam uerbis inuersis periclitabundus, quoniam me uiae cupidum et conuersum ab uxoria re uidebat, orat, saltem paulisper manerem: uelle se mecum proficisci. hiemem alteram propter Syrtis aestus et bestias opperiendam, quod illam mihi infirmitas exemisset. multis etiam precibus meis Appiis aufert, ut ad sese in domum matris suae transferar; salubriorem mihi habitationem futuram; praeterea prospectum maris, qui mihi gratissimus est, liberius me ex ea fruiturum.
 
traduzione
 
La cosa restava l?, fra i progetti matrimoniali della madre e il timore del figlio. Intanto, fosse caso o destino, arrivo io, diretto ad Alessandria. Direi: ?questo non fosse mai avvenuto?, se non mi trattenesse il rispetto per mia moglie. Era l'inverno. Stanco del viaggio, mi fermo nell'amica casa degli Appii, qui presenti, che nomino a titolo di onore e di amore, e quivi mi riposo per parecchi giorni. Col? venne a visitarmi Ponziano: egli mi era stato, pochi anni prima, presentato in Atene da comuni amici, e poscia era vissuto con me in una stretta intimit?. Egli ? pieno di deferenza per la mia persona, di sollecitudine per la mia salute e di astuzia per il mio cuore; infatti gli pareva di aver trovato in me un marito adattissimo per la madre, cui poteva senza rischio affidare tutta la fortuna della casa. E dapprima, saggiando con giri di parole l'animo mio, giacch? mi vedeva bramoso di viaggi e per nulla incline a matrimonio, mi prega di trattenermi almeno ancora un poco, dicendo che desiderava partire con me e che, a cagione della mia infermit?, non avendo potuto profittare di quell'inverno, mi toccava aspettare l'altro inverno, per i calori della Sirte e per le bestie feroci. A forza di preghiere strappa ai miei cari Appii il permesso di trasferirmi presso di s? in casa della madre, abitazione pi? giovevole alla salute, da dove avrei anche goduto pi? liberamente della vista del mare che mi ? tanto gradita.
 

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