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Ovidio


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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 85
 
originale
 
[85] Cur autem praeterita conqueror, cum non sint minus acerba praesentia? hocusque a uobis miserum istum puerum deprauatum, ut matris suae epistulas quas putat amatorias pro tribunali procons(ulari) recitet apud uirum sanctissimum Cl(audium) Maximum, ante has imp(eratoris) Pii statuas filius matri suae pudenda exprobret stupra et amores obiectet? quis tam est mitis quin exacerbescat? tune, ultime, parentis tuae animum in istis scrutaris, oculos obseruas, suspiritus numeras, adfectiones exploras, tabulas intercipis, amorem reuincis? tune, quid in cubiculo agat, perquiris, ne mater tua non dico amatrix, sed ne omnino femina aest[imetur. nihil]ne tu in ea cogitas nisi unam parentis religionem? o infelix uterum tuum, Pudentilla, o sterilitas liberis potior, o infausti decem menses, o ingrati XIIII anni uiduitatis! uipera, ut audio, exeso matris utero in lucem proserpit atque ita parricidio gignitur: at enim tibi a filio iam adulto acerbiores morsus uiuenti et uidenti offeruntur. silentium tuum laniatur, pudor tuus carpitur, pectus tuum foditur, uiscera intima protrahuntur. hascine gratias bonus filius matri rependis ob datam uitam, ob adquisitam hereditatem, ob XIIII annorum longas alimonias? hiscine te patruus disciplinis erudiuit, ut, si compertum habeas filios tibi similes futuros, non audeas ducere uxorem? est ille poetae uersus non ignotus: 'odi puerulos praecoqui sapientia', sed enim malitia praecoqui puerum quis non auersetur atque oderit, cum uideat uelut monstrum quoddam prius robustum scelere quam tempore, ante nocentem quam potentem, uiridi pueritia, cana malitia? uel potius hoc magis noxium, quod cum uenia perniciosus est et nondum poenae, iam iniuriae sufficit -- iniuriae dico? immo enim sceleri aduersum parentem nefando, immani, impetibili.
 
traduzione
 
Ma perch? lamentare il passato, quando non ? meno acerbo il presente? Fino a tal punto avete depravato codesto sciagurato ragazzo, sino a tal punto che egli viene a leggere le lettere di sua madre - ch'egl? crede lettere di amore - dinanzi al tribunale del proconsole, dinanzi a un uomo venerabilissimo, Claudio Massimo: e qui, presenti le statue dell'imperatore Pio, rimprovera alla madre vergognosi traviamenti e le getta in faccia i suoi amori? Chi ? tanto misericordioso da non esasperarsi? Tu, il pi? spregevole di tutti, in mezzo a costoro osi scrutare l'animo della tua genitrice, ne osservi gli sguardi, conti i suoi sospiri, esplori gli affetti, intercetti gli scritti, ne comprovi gli amori? Tu ardisci spiare quel ch'essa faccia nell'intimit? dell'alcova, di guisa che alla madre tua non sia lecito essere, non dico un'amante, ma neppure una donna? E credi che in tua madre non ci debba essere altro vincolo che quello dei figli? Disgraziato fu il tuo seno, Pudentilla: e desiderabile la sterilit? e infausti i dieci mesi di gravidanza, e mal compensati i quattordici anni di vedovanza. La vipera, si dice, divorato il seno della madre, striscia fuori alla luce e cos? nasce merc? un parricidio. Ma tu, Pudentilla, dal tuo figlio ormai cresciuto sei addentata mentre vivi e mentre guardi, ? fatto a pezzi il tuo silenzio, assalito il tuo pudore, scavato il tuo cuore, tratti fuori i visceri pi? riposti. Questi sono i ringraziamenti che il buon figlio porge alla madre in compenso della vita che gli ? stata data, dell'eredit? salvata, del lungo mantenimento per quattordici anni? Sono queste le lezioni con cui t'ha istruito tuo zio, tali, che se tu fossi certo di avere figli simili a te, dovresti ben guardarti dal pigliar moglie? ? noto quel verso del poeta: ?Odio i fanciulli di saggezza precoce?; ma, perdinci, anche per un fanciullo di precoce cattiveria chi non ha avversione e odio, quando vede un mostro pi? avanti nell'infamia che nella vita, delinquente prima che capace a delinquere, di verde puerizia e di canuta malizia? tanto pi? nocivo in quanto fa il male impunemente, e non ancora maturo per le pene, lo ? per l'ingiuria. Per l'ingiuria, ho detto? No, no, per il delitto verso la madre, nefando, mostruoso, intollerabile.
 

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