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Ovidio


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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 94
 
originale
 
[94] Cognitum hoc est tota ciuitate. Rufinum omnes execrati me laudibus tulere. uenerat ad nos, priusquam istam donationem perficeret, cum dissimili isto fratre suo Pontianus, pedes nostros aduolutus ueniam et obliuionem praeteritorum omnium postularat, flens et manus nostras osculabundus ac dicens paenitere quod Rufino et similibus auscultarit. petit postea suppliciter, uti se Lolliano quoque Auito C. V. purgem, cui haud pridem tirocinio orationis suae fuerat a me commendatus; quippe compererat ante paucos dies omnia me, ut acta erant, ad eum perscripsisse. id quoque a me impetrat. itaque acceptis litteris Carthaginem pergit, ubi iam prope exacto consulatus sui munere Lollianus Auitus te, Maxime, opperiebatur. [h]is epistulis meis lectis pro sua eximia humanitate gratulatus Pontiano, quod cito [h]errorem suum correxisset, rescripsit mihi per eum quas litteras, di boni, qua doctrina, quo lepore, qua uerborum amoenitate simul et iucunditate, prorsus ut 'uir bonus dicendi peritus'. scio te, Maxime, libenter eius litteras auditurum; et quide[m] si praelegam, mea uoce pronuntiabo. cedo tu Auiti epistulas, ut quae semper ornamento mihi fuerunt sint nunc etiam saluti. at tu licebit aquam sinas fluere; namque optimi uiri litteras ter et quater aueo quantouis temporis dispendio lectitare. --
 
traduzione
 
Tutta la citt? conosce queste cose. Rufino esecrato da tutti, io portato alle stelle. Prima che la donazione fosse legalmente perfetta era venuto a trovarmi Ponziano, con codesto suo fratello, tanto diverso da lui: e caduto ai miei piedi aveva chiesto perdono e dimenticanza di tutto il passato: e piangeva e mi baciava le mani, tutto pentito di aver dato ascolto a Rufino e ai suoi pari. Mi supplic? poi di farlo rientrare in grazia dell'illustrissimo Lolliano Avito, a cui l'avevo da poco raccomandato, durante il suo tirocinio oratorio: giacch? aveva saputo ch'io lo avevo informato per iscritto di tutto quanto era avvenuto. Lo contentai anche in questo. Pertanto, avuta la lettera, se ne va a Cartagine, dove, quasi alla fine del suo proconsolato, Lolliano Avito aspettava il tuo arrivo, Massimo. Lolliano legge la mia lettera e, conforme alla sua esimia umanit?, si congratula con Ponziano per l'errore sollecitamente riparato e lo incarica di portarmi una lettera: ma che lettera, buon Dio, e con quale dottrina, con quale grazia e amabilit? e piacevolezza di espressione! Insomma ?il buon cittadino esperto della parola?. So, Massimo, che ascolterai volentieri quella lettera; e se potr?, voglio leggerla io stesso. (Al segretario.) Dammi la lettera di Avito: essa mi fu sempre un titolo di onore; adesso mi sia anche di salvezza. (Al custode della clepsidra.) E tu lascia pure che l'acqua scorra. Questa lettera di quell'uomo eccellente io voglio rileggerla, tre, quattro volte, con qualsiasi dispendio di tempo. (Lettura della lettera.)
 

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