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Ovidio


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autore
brano
 
Apuleio
Della magia, 101
 
originale
 
[101] at ego hasce tabulas, Maxime, hic ibidem pro pedibus tuis abicio testorque me deinceps incuriosius habiturum, quid Pudentilla testamento suo scribat. ipse iam, ut libet, matrem suam de cetero exoret: mihi, ut ultra pro eo deprecer, locum non reliquit. ipse iam, ut [qui] sui potens ac uir acerbissimas litteras matri dictet, iram eius deleniat; qui potuit perorare, poterit exorare. mihi iam dudum satis est, si non modo crimina obiecta plenissime dilui, uerum etiam radicem iudicii huius, id est hereditatis quaesitae inuidiam, funditus sustuli. Illud etiam, [c] ne quid omnium praeteream, priusquam peroro, falso obiectum reuincam. dixistis me magna pecunia mulieris pulcherrimum praedium meo nomine emisse. dico exiguum herediolum LX milibus nummum, id quoque non me, sed Pudentillam suo nomine emisse, Pudentillae nomen in tabulis esse, Pudentillae nomine pro eo agello tributum dependi. praesens est quaestor publicus, cui depensum est, Coruinius Celer, uir ornatus; adest etiam tutor auctor mulieris, uir grauissimus et sanctissimus, omni cum honore mihi nominandus, Cassius Longinus. quaere, Maxime, cuius emptionis auctor fuerit, quantulo pretio mulier locuples agellum suum praestinarit. -- [testimonium Cassi Longini tutoris et Coruini Clementis quaestor(is)] Estne ita ut dixi? uspiam in hac emptione nomen meum ascriptum est? num ipsum heredioli pretium inuidiosum est, num uel hoc saltem in me collatum?
 
traduzione
 
Rifiuti, non vuoi? E gi?: ormai ti sei liberato da ogni preoccupazione sulla materna eredit?. Ma io, Massimo, questo testamento, lo getto dinanzi ai tuoi piedi e attesto che d'ora innanzi non mi curer? di ci? che Pudentilla scriver? nel suo testamento. Ci pensi lui per l'avvenire, come gli piace, a scongiurare sua madre; a me non ha lasciato pi? possibilit? di intervenire in suo favore. Egli, ormai padrone di s? e uomo, siccome scrive alla madre amarissime lettere, cos? cerchi lui stesso di placarne la collera: chi ? stato buono a incolpare, sar? buono a scolparsi. A me basta di avere pienamente confutato le accuse mosse contro di me, non solo: ma di avere anche estirpato dal fondo la radice di questo processo, cio? l'odioso sospetto di una captata eredit?. Ma, perch? nulla sia trascurato, prima di finire, voglio ribattere un'altra calunnia. Avete detto che io, con una forte somma appartenente a mia moglie, ho comprato a mio nome un bellissimo podere. Dico che si tratta di un poderetto di sessantamila sesterzi, che non io, ma Pudentilla acquist? a suo nome: e il nome di Pudentilla ? nel contratto e a nome di Pudentilla si pagano le imposte. ? qui il questore pubblico, cui ? stata pagata la somma, Corvinio Celere, rispettabile uomo; ? presente anche il tutore autorizzante di Pudentilla, uomo serio e scrupolosissimo, da nominare con ogni riguardo, Cassio Longino. Chiedi, Massimo, quale acquisto egli abbia autorizzato e con quale piccola somma, quella ricca donna, abbia comperato questo piccolo campo. (Testimonianza di Cassio Longino e di Corvinio Celere.) ? cos? come ho detto? Il mio nome apparisce in qualche parte dell'atto di compera? O forse ha destato sospetto il prezzo del poderetto o forse questo, almeno, mi ? stato trasmesso in propriet
 

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