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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 2
 
originale
 
[II] "Qui inter haec nutriuntur, non magis sapere possunt quam bene olere qui in culina habitant. Pace vestra liceat dixisse, primi omnium eloquentiam perdidistis. Levibus enim atque inanibus sonis ludibria quaedam excitando, effecistis ut corpus orationis enervaretur et caderet. Nondum iuvenes declamationibus continebantur, cum Sophocles aut Euripides invenerunt verba quibus deberent loqui. Nondum umbraticus doctor ingenia deleverat, cum Pindarus novemque lyrici Homericis versibus canere timuerunt. Et ne poetas quidem ad testimonium citem, certe neque Platona neque Demosthenen ad hoc genus exercitationis accessisse video. Grandis et, ut ita dicam, pudica oratio non est maculosa nec turgida, sed naturali pulchritudine exsurgit. Nuper ventosa istaec et enormis loquacitas Athenas ex Asia commigravit animosque iuvenum ad magna surgentes veluti pestilenti quodam sidere adflavit, semelque corrupta regula eloquentia stetit et obmutuit. Ad summam, quis postea Thucydidis, quis Hyperidis ad famam processit? Ac ne carmen quidem sani coloris enituit, sed omnia quasi eodem cibo pasta non potuerunt usque ad senectutem canescere. Pictura quoque non alium exitum fecit, postquam Aegyptiorum audacia tam magnae artis compendiariam invenit."
 
traduzione
 
2 Chi va avanti nutrendosi di questa roba, non pu? avere gusto pi? di quanto non profumino quelli che vivono in cucina. Lasciatemelo dire, vi prego, ma l'eloquenza siete stati voi retori i primi a rovinarla. Grazie ai vostri giochetti deliranti con suoni vacui e inutili svolazzi, avete snervato il corpo del discorso facendolo crollare a terra. I giovani non si erano ancora impastoiati nelle declamazioni, quando Sofocle o Euripide trovarono le parole con le quali dovevano esprimersi, e il maestro in naftalina non aveva ancora danneggiato gli ingegni, quando Pindaro e i nove lirici rinunciarono a cantare sui ritmi di Omero. E per non citare soltanto i poeti, a quanto ne so, n? Platone n? Demostene si diedero mai a questo genere di esercizi. L'oratoria grande e - mi verrebbe da dire - onesta non vive di trucchi n? di gonfiature, ma svetta per bellezza naturale. ? da poco che questa logorrea tutta vuoti e turgori si ? abbattuta dall'Asia su Atene, e come una stella del male ha invasato le menti delle giovani promesse, cos? che, una volta corrotti i princ?pi, l'eloquenza ? rimasta basita nel suo silenzio. Insomma, chi ? pi? riuscito a uguagliare la fama di un Tucidide o di un Iperide? Ma neppure la poesia ha pi? avuto un bell'aspetto, e tutti i suoi generi, come se si fossero nutriti dello stesso cibo, non sono riusciti a invecchiare fino ad avere i capelli bianchi. Alla pittura ? toccata la stessa sorte, quando quegli sfrontati degli Egizi hanno trovato la scorciatoia per un'arte tanto eccelsa?.
 

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