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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 15
 
originale
 
[XV] "Videmus, inquit, suam cuique rem esse carissimam; reddant nobis tunicam nostram et pallium suum recipiant." Etsi rustico mulierique placebat permutatio, advocati tamen iam paene nocturni, qui volebant pallium lucri facere, flagitabant uti apud se utraque deponerentur ac postero die iudex querelam inspiceret. Neque enim res tantum, quae viderentur in controversiam esse, sed longe aliud quaeri, in utraque parte scilicet latrocinii suspicio haberetur. Iam sequestri placebant, et nescio quis ex cocionibus, calvus, tuberosissimae frontis, qui solebat aliquando etiam causas agere, invaserat pallium exhibiturumque crastino die affirmabat. Ceterum apparebat nihil aliud quaeri nisi ut semel deposita vestis inter praedones strangularetur, et nos metu criminis non veniremus ad constitutum. <. . .> Idem plane et nos volebamus. Itaque utriusque partis votum casus adiuvit. Indignatus enim rusticus quod nos centonem exhibendum postularemus, misit in faciem Ascylti tunicam et liberatos querela iussit pallium deponere, quod solum litem faciebat, et recuperato, ut putabamus, thesauro in deversorium praecipites abimus, praeclusisque foribus ridere acumen non minus cocionum quam calumniantium coepimus, quod nobis ingenti calliditate pecuniam reddidissent. Nolo quod cupio statim tenere, nec victoria mi placet parata.
 
traduzione
 
15 ?Visto che ognuno ci tiene alla roba sua, se loro ci danno indietro la tunica, noi gli restituiamo il mantello?. Al villico e alla donna l'idea dello scambio sarebbe andata anche a genio, se non fosse stato per dei presunti legulei (o meglio, data l'ora, dei ladruncoli notturni decisi a impadronirsi del mantello), i quali ci intimano di consegnare in mano loro entrambi gli indumenti, cos? che il giorno dopo un giudice possa pronunciarsi a riguardo. Infatti non erano in questione soltanto quegli oggetti, come poteva sembrare, ma andava esaminato ben altro, perch? su entrambe le parti gravava il sospetto del furto. Ormai si era gi? d'accordo sul sequestro, quando uno dei rigattieri non meglio identificato, col cranio pelato e la fronte piena di bozze, uno che a tempo perso si andava a immischiare nei processi, arraffa il mantello dichiarando che lo avrebbe esibito il giorno dopo in tribunale. Ma era evidente che quelle canaglie volevano soltanto metter le mani sul mantello, sicuri che se noi l'avessimo consegnato, il giorno dopo non ci saremmo presentati all'udienza, per paura di essere accusati di furto. In fin dei conti era quello che volevamo anche noi. Ma fu il caso a venire incontro a entrambe la parti. Infatti il contadino, infuriato di fronte alla nostra pretesa di vedere esibito anche quello straccio, butt? la tunica sul grugno di Ascilto e ci intim? - non avendo noi pi? alcuna lamentela da fare - di mollargli il mantello, che al presente restava l'unica ragione della contesa, * recuperato, come pensavamo, il malloppo, ce la filiamo a rotta di collo in pensione e, dopo esserci sprangati in camera, attacchiamo a ridere a crepapelle sulla stupidit? dei rigattieri e di quei figuri, che con tutta la loro furbizia avevano finito col restituirci il gruzzolo. Non voglio avere subito quel che desidero, n? amo la vittoria bella e pronta. *
 

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