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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Petronio
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Satiricon, 16
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originale
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[XVI] Sed ut primum beneficio Gitonis praeparata nos implevimus cena, ostium satis audaci strepitu impulsum exsonuit. Cum et ipsi ergo pallidi rogaremus quis esset: "Aperi, inquit, iam scies." Dumque loquimur, sera sua sponte delapsa cecidit reclusaeque subito fores admiserunt intrantem. Mulier autem erat operto capite, et: "Me derisisse, inquit, vos putabatis? Ego sum ancilla Quartillae, cuius vos sacrum ante cryptam turbastis. Ecce ipsa venit ad stabulum petitque ut vobiscum loqui liceat. Nolite perturbari. Nec accusat errorem vestrum nec punit, immo potius miratur, quis deus iuvenes tam urbanos in suam regionem detulerit."
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traduzione
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16 Avevamo appena finito di rimpinzarci coi manicaretti preparati da Gitone, quando sentiamo bussare alla porta con fragore minaccioso.
Chiediamo pieni di paura ?Chi ???, e subito da fuori una voce ci risponde: ?Apri e lo saprai?. Mentre ci scambiamo queste battute, lo scrocco della porta scivola via da solo e i battenti si spalancano, lasciando entrare il nuovo venuto. ? una donna con un velo sul viso, la stessa che poco prima era insieme al contadino. ?Credevate di avermi presa in giro?? dice. ?Sono l'ancella di Quartilla, che poco fa voi avete disturbato mentre celebrava un sacrificio di fronte alla cripta. ? venuta di persona qui alla vostra locanda e chiede di potervi parlare. Non spaventatevi: non vuole accusarvi n? punirvi per l'errore che avete commesso. Piuttosto muore dalla voglia di sapere quale dio mai abbia condotto dalle sue parti dei giovanotti cos? a modo?.
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