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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Petronio
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Satiricon, 23
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originale
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[XXIII] Refectum igitur est convivium et rursus Quartilla ad bibendum revocavit. Adiuvit hilaritatem comissantis cymbalistria.
Intrat cinaedus, homo omnium insulsissimus et plane illa domo dignus, qui ut infractis manibus congemuit, eiusmodi carmina effudit:
Huc huc convenite nunc, spatalocinaedi,
pede tendite, cursum addite, convolate planta,
femore facili, clune agili et manu procaces,
molles, veteres, Deliaci manu recisi.
Consumptis versibus suis immundissimo me basio conspuit. Mox et super lectum venit atque omni vi detexit recusantem. Super inguina mea diu multumque frustra moluit. Profluebant per frontem sudantis acaciae rivi, et inter rugas malarum tantum erat cretae, ut putares detectum parietem nimbo laborare.
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traduzione
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23 Il festino riprende e Quartilla invita di nuovo a trincare. La tipa del cembalo fa crescere l'allegria della gozzoviglia.
*
Entra di nuovo il culattone, uomo di rara demenza e in tutto all'altezza di quella casa, il quale, dopo aver fatto scrocchiare le dita fino a farsi male, se ne esce con questi versi:
Qua, qua radunatevi qua mie morbide checche,
avanti, correte veloci, librate nel vento le piante,
veloci di coscia, di natica lesti, di mano sfrontati,
miei vecchi, adorati, castrati di Delo.
Dopo aver chiuso coi suoi versi, mi sbava la faccia con un bacio schifosissimo. Poi mi salta sul letto e mettendocela tutta riesce a spogliarmi anche se io non voglio, e si d? molto da fare, e a lungo, con le mie parti basse, senza grossi risultati. Dalla fronte fradicia di sudore gli colano rivoli di belletto, mentre nelle grinze del viso c'era tanto di quel fondotinta che l'avresti scambiato per un muro scrostato dalla pioggia battente.
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