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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Petronio
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Satiricon, 38
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originale
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[XXXVIII] " Nec est quod putes illum quicquam emere. Omnia domi nascuntur: lana, credrae, piper; lacte gallinaceum si quaesieris, invenies. Ad summam, parum illi bona lana nascebatur; arietes a Tarento emit, et eos culavit in gregem. Mel Atticum ut domi nasceretur, apes ab Athenis iussit afferri; obiter et vernaculae quae sunt, meliusculae a Graeculis fient. Ecce intra hos dies scripsit, ut illi ex India semen boletorum mitteretur. Nam mulam quidem nullam habet, quae non ex onagro nata sit. Vides tot culcitras: nulla non aut conchyliatum aut coccineum tomentum habet. Tanta est animi beatitudo! Reliquos autem collibertos eius cave contemnas. Valde sucossi sunt. Vides illum qui in imo imus recumbit: hodie sua octingenta possidet. De nihilo crevit. Modo solebat collo suo ligna portare. Sed quomodo dicunt -- ego nihil scio, sed audivi -- quom Incuboni pilleum rapuisset, et thesaurum invenit. Ego nemini invideo, si quid deus dedit. Est tamen sub alapa et non vult sibi male. Itaque proxime cum hoc titulo proscripsit:
C. POMPEIVS DIOGENES EX KALENDIS IVLIIS CENACVLVM LOCAT; IPSE ENIM DOMVM EMIT.
Quid ille qui libertini loco iacet? Quam bene se habuit! Non impropero illi. Sestertium suum vidit decies, sed male vacillavit. Non puto illum capillos liberos habere. Nec mehercules sua culpa; ipso enim homo melior non est; sed liberti scelerati, qui omnia ad se fecerunt. Scito autem: sociorum olla male fervet, et ubi semel res inclinata est, amici de medio. Et quam honestam negotiationem exercuit, quod illum sic vides! Libitinarius fuit. Solebat sic cenare, quomodo rex: apros gausapatos, opera pistoria, avis, cocos, pistores. Plus vini sub mensa effundebatur, quam aliquis in cella habet. Phantasia, non homo. Inclinatis quoque rebus suis, cum timeret ne creditores illum conturbare existimarent, hoc titulo auctionem proscripsit:
C. IVLIVS PROCVLVS AVCTIONEM FACIET RERVM SVPERVACVARVM."
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traduzione
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38 E non ti credere che compri qualcosa. Gli cresce tutto in casa: lana, cedri, pepe. E se gli chiedi latte di gallina, lui te lo trova. Per fartela breve, visto che la lana di sua produzione non era un granch?, ha acquistato a Taranto dei montoni fuoriclasse e li ha messi a montare il gregge. Un'altra volta, per avere miele dell'Attica in casa, ha ordinato che gli portassero le api dall'Attica, in modo che le api nostrane migliorassero un po' stando insieme alle greche. Addirittura in questi giorni ha scritto in India che gli spediscano il seme dei funghi. Non ha una sola mula che non sia figlia di un onagro. Guarda quanti cuscini: ebbene, sono tutti imbottiti con porpora o scarlatto. Questa s? che ? fortuna! Gli altri suoi compagni di schiavit? di un tempo, occhio a non prenderli sotto gamba. Si son fatti i soldi anche loro. Lo vedi quello che ? sdraiato per ultimo nell'ultima fila? Bene, oggi avr? almeno ottocentomila sesterzi ed ? venuto su dal nulla. Figurati che fino a ieri portava la legna sulle spalle. Io non lo so per certo, l'ho solo sentito, ma gira voce che abbia rubato il berretto a Incubo e ci abbia trovato dentro un tesoro. Io per? non lo invidio mica uno che dio gli ha fatto un regalo. Lui per? puzza ancora di schiavo e se la tira da gran signore. E non ? mica tanto che ha fatto appendere fuori questo avviso: "Dal 1? luglio G. Pompeo Diogene affitta questo solaio perch? si ? fatto l'appartamento". E quell'altro che adesso ? l? seduto al posto dei liberti? Lui s? che se la passava bene! Non che ce l'abbia con lui. Era arrivato a toccare il milione, e poi zac ? crollato. Quello non ha pi? manco i capelli senza ipoteche! E perdio, non ? mica colpa sua. Credimi, non c'? persona migliore di lui. Chi gli ha fregato tutto sono stati dei liberti avanzi di galera. Ricordatelo bene: la pentola in comune non c'? mai dentro niente di buono, e quando va male, gli amici ti saluto e sono. Adesso lo vedi ridotto in quel modo, ma sapessi che bel lavoro faceva! Impresario di pompe funebri, era. A tavola era roba da re: cinghiali impanati, timballi al forno, uccelli, cuochi, fornai. A tavola scorreva pi? vino di quanto se ne pu? avere in cantina. Un sogno fatto uomo. Ma quando ha iniziato a girargli storta, per evitare che i creditori lo pensassero con l'acqua alla gola, ha organizzato una vendita all'incanto con questo slogan: "G. Giulio Proculo mette all'asta quello che non gli serve"?.
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