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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 55
 
originale
 
[LV] Comprobamus nos factum et quam in praecipiti res humanae essent, vario sermone garrimus."Ita, inquit Trimalchio, non oportet hunc casum sine inscriptione transire; statimque codicillos poposcit et non diu cogitatione distorta haec recitavit: "Quod non expectes, ex transverso fit et supra nos Fortuna negotia curat: quare da nobis vina Falerna puer." Ab hoc epigrammate coepit poetarum esse mentio <. . .> diuque summa carminis penes Mopsum Thracem commorata est <. . .> donec Trimalchio: "Rogo, inquit, magister, quid putas inter Ciceronem et Publilium interesse? Ego alterum puto disertiorem fuisse, alterum honestiorem. Quid enim his melius dici potest? Luxuriae ructu Martis marcent moenia. Tuo palato clausus pavo pascitur plumato amictus aureo Babylonico, gallina tibi Numidica, tibi gallus spado. Ciconia etiam, grata peregrina hospita pietaticultrix, gracilipes, crotalistria, avis exul hiemis, titulus tepidi temporis, nequitiae nidum in caccabo fecit modo. Quo margarita cara tibi, bacam Indicam? An ut matrona ornata phaleris pelagiis tollat pedes indomita in strato extraneo? Smaragdum ad quam rem viridem, pretiosum vitrum? Quo Carchedonios optas ignes lapideos? Nisi ut scintillet probitas e carbunculis? Aequum est induere nuptam ventum textilem, palam prostare nudam in nebula linea?
 
traduzione
 
55 Approviamo il nobile gesto e ci perdiamo nelle pi? svariate ciance sull'incertezza delle vicende umane. ?Bisogna evitare che questo episodio? interrompe Trimalcione ?si esaurisca senza che resti qualcosa di scritto?. Si fa subito portare il necessario per scrivere e, senza spremersi granch? le meningi, ci recita questi versi: ?Quanto meno ti aspetti, accade all'improvviso. Domina tutto la Fortuna al di sopra di noi. Perci? ragazzo versaci del vino di Falerno?. Dopo questo epigramma, il discorso scivola sui poeti... e il primato in quell'arte ? rimasto a lungo di Mopso di Tracia... finch? Trimalcione dice: ?Senti un po', maestro: che differenza passa tra Cicerone e Publilio??. Personalmente credo che il primo sia stato pi? eloquente, mentre il secondo pi? morale. Com'? possibile dirlo meglio che con questi versi? "Sbriciola la lussuria le mura di Marte. Per il tuo palato viene nutrito al chiuso il pavone, avvolto nel suo drappo dorato di piume babiloniche, e la gallina numidica e il grasso cappone. E cos? la cicogna, amato ospite in viaggio, cultrice di piet?, gracile, garrula, uccello che fugge l'inverno, messo del tiepido tempo, ora per te fa il suo nido nella pentola del peccato. Perch? ti ? cara la perla, piccolo frutto dell'India? Vuoi forse che la matrona piena di gemme del mare apra le cosce ingorda su un letto d'altri? Che fartene del verde smeraldo, preziosissima pietra? Perch? desiderare i rossi sassi di Cartagine? Risplende l'onest? forse solo tra i rubini? ? giusto che una sposa si vesta di vento, e poi si mostri nuda in un velo di lino?".
 

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