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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 56
 
originale
 
[LVI] "Quod autem, inquit, putamus secundum litteras difficillimum esse artificium? Ego puto medicum et nummularium: medicus, qui scit quid homunciones intra praecordia sua habeant et quando febris veniat, etiam si illos odi pessime, quod mihi iubent saepe anatinam parari; nummularius, qui per argentum aes videt. Nam mutae bestiae laboriosissimae boves et oves: boves, quorum beneficio panem manducamus; oves, quod lana illae nos gloriosos faciunt. Et facinus indignum, aliquis ovillam est et tunicam habet. Apes enim ego divinas bestias puto, quae mel vomunt, etiam si dicuntur illud a Iove afferre. Ideo autem pungunt, quia ubicunque dulce est, ibi et acidum invenies." Iam etiam philosophos de negotio deiciehat, cum pittacia in scypho circumferri coeperunt, puerque super hoc positus officium apophoreta recitavit. "Argentum sceleratum": allata est perna, supra quam acetabula erant posita. "Cervical": offla collaris allata est. "Serisapia et contumelia": datae sunt et contus cum malo. "Porri et persica": flagellum et cultrum accepit. "Passeres et muscarium": uvam passam et mel Atticum. "Cenatoria et forensia": offlam et tabulas accepit. "Canale et pedale": lepus et solea est allata. "Muraena et littera": murem cum rana alligatum fascemque betae accepit. Diu risimus. Sexcenta huiusmodi fuerunt, quae iam exciderunt memoriae meae.
 
traduzione
 
56 Ma, secondo voi, qual ? il mestiere pi? difficile? prosegue Trimalcione ?dopo quello del letterato? A parer mio quello del medico o del banchiere: il medico perch? deve sapere ci? che i poveri omicciattoli hanno dentro le viscere e quand'? che viene la febbre, anche se personalmente li detesto con tutto il cuore perch? mi mettono sempre a brodino d'anatra; il bancario perch? deve saper distinguere il rame al di sotto dell'argento. Tra gli animali che sono privi della parola, i pi? laboriosi sono il bue e la pecora: i buoi perch? se abbiamo il pane da mettere sotto i denti lo dobbiamo a loro; le pecore perch? con la lana ci rendono sciccosi. Ma la cosa pi? infame ? che certa gente le pecorelle se le mangia e ci si fa pure i vestiti. Le api, poi, secondo me sono animali del cielo, perch? vomitano miele, anche se si dice che glielo fornisce Giove. E proprio per questo pungono, perch? dove l? dove trovi il dolce, sta pur certo che c'? anche l'amaro?. Stava gi? per rubare il mestiere ai filosofi, quand'ecco che cominciano a far girare una coppa piena di biglietti della lotteria e uno schiavetto addetto a questo compito estrae i numeri leggendo ad alta voce le scritte sui premi. ?Argento letale?: portano un prosciutto con sopra dei bussolotti d'argento. ?Cuscino?: ed ecco arrivare un pezzo di capicollo. ?Scemenze e insulti?: e sono offerte delle gallette scipite insieme a una mela con dentro uno stecco. ?Porri e persiche?: e vengono consegnati una frusta e un coltello. ?Passeri e moscato?: e arrivano uva passa e miele dell'Attica. ?Per la tavola e per il tribunale?: e ci becchiamo un pasticcino e un quaderno. ?Canale e pedale?: ed eccoti una lepre e una suola di scarpa. ?Murena e lettera?: e ci presentano un sorcio legato a una rana e con un fascio di bietole. Ce la ridiamo di gusto. Di messaggi cos? ne passano una marea, ma ormai chi li ricorda pi??
 

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