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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 73
 
originale
 
[LXXIII] Quid faciamus homines miserrimi et novi generis labyrintho inclusi, quibus lavari iam coeperat votum esse? Vltro ergo rogavimus ut nos ad balneum duceret, proiectisque vestimentis, quae Giton in aditu siccare coepit, balneum intravimus, angustum scilicet et cisternae frigidariae simile, in qua Trimalchio rectus stabat. Ac ne sic quidem putidissimam eius iactationem licuit effugere; nam nihil melius esse dicebat quam sine turba lavari, et eo ipso loco aliquando pistrinum fuisse. Deinde ut lassatus consedit, invitatus balnei sono diduxit usque ad cameram os ebrium et coepit Menecratis cantica lacerare, sicut illi dicebant, qui linguam eius intellegebant. Ceteri convivae circa labrum manibus nexis currebant, et gingilipho ingenti clamore exsonabant. Alii autem aut restrictis manibus anulos de pavimento conabantur tollere, aut posito genu cervices post terga flectere, et pedum extremos pollices tangere. Nos, dum alii sibi ludos faciunt, in solium, quod Trimalchioni parabatur, descendimus. Ergo ebrietate discussa in aliud triclinium deducti sumus ubi Fortunata disposuerat lautitias ita ut supra lucernas aeneolosque piscatores notaverim et mensas totas argenteas calicesque circa fictiles inauratos et vinum in conspectu sacco defluens. Tum Trimalchio: "Amici, inquit, hodie servus meus barbatoriam fecit, homo praefiscini frugi et micarius. Itaque tangomenas faciamus et usque in lucem cenemus".
 
traduzione
 
73 Che cosa potevamo fare, noi poveri diavoli, chiusi in quel labirinto di nuovo genere, se non vedere un bagno caldo come l'unica via d'uscita? Cos? siamo noi a chiedere al portinaio di accompagnarci e, dopo esserci tolti i vestiti che Gitone mette ad asciugare sulla soglia, entriamo nella sala da bagno che guarda caso era cos? stretta da sembrare una cella frigorifera, con dentro Trimalcione impalato in piedi. Neppure l? riusciamo a evitare le sue schifose esibizioni: stava infatti dicendo che non c'era niente di meglio al mondo che lavarsi senza tanta gente intorno e che in quel punto c'era prima un mulino. Poi, quando si sente senza forze, si siede e, ispirato dall'acustica del locale, gira il suo faccione da ubriaco verso il soffitto e attacca a massacrare le romanze di Menecrate (cos? almeno dicevano quelli che capivano le sue parole). Gli altri invitati, nel frattempo, correvano lungo la vasca dandosi la mano e cantavano un ritornello facendo un baccano terrificante. Altri, invece, cercavano di raccogliere dal pavimento degli anelli con le mani strette dietro la schiena, o di toccarsi la testa con la punta dei piedi piegandosi con le ginocchia e rovesciandosi all'indietro. Mentre quelli se la spassavano con questi giochetti, noi ci infiliamo nella vasca che era stata preparata per Trimalcione. Smaltita cos? la sbornia, ci portano in un'altra sala, dove Fortunata aveva preparato degli altri manicaretti, perch? sopra le lampade vedo... pescatori di bronzo, tavole in argento massiccio, calici di terracotta dorata e vino che sgorgava da un otre l? davanti ai nostri occhi. E Trimalcione dice: ?Amici, oggi un mio servo si ? rasato per la prima volta. E siccome ? un tipo parsimonioso e risparmiatore fino alle briciole, gozzovigliamo e stiamocene a tavola fin che fa giorno?.
 

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