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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 82
 
originale
 
[LXXXII] Haec locutus gladio latus cingor, et ne infirmitas militiam perderet, largioribus cibis excito vires. Mox in publicum prosilio furentisque more omnes circumeo porticus. Sed dum attonito vultu efferatoque nihil aliud quam caedem et sanguinem cogito, frequentiusque manum ad capulum, quem devoveram, refero, notavit me miles, sive ille planus fuit sive nocturnus grassator, et: "Quid tu, inquit, commilito, ex qua legione es aut cuius centuria?" Cum constantissime et centurionem et legionem essem ementitus: "Age ergo, inquit ille, in exercitu vestro phaecasiati milites ambulant?" Cum deinde vultu atque ipsa trepidatione mendacium prodidissem, ponere iussit arma et malo cavere. Despoliatus ergo, immo praecisa ultione retro ad deversorium tendo, paulatimque temeritate laxata coepi grassatoris audaciae gratias agere. <. . .> Non bibit inter aquas, poma aut pendentia carpit Tantalus infelix, quem sua vota premunt. Divitis haec magni facies erit, omnia acervans qui timet et sicco concoquit ore famem. Non multum oportet consilio credere, quia suam habet fortuna rationem. <. . .>
 
traduzione
 
82 Al termine di questo sproloquio, mi cingo la spada al fianco e, per evitare che la debolezza fisica comprometta l'esito della missione, mi rimetto in forze con una bella abbuffata. Poi mi precipito fuori e, come un pazzo, comincio a camminare su e gi? sotto i portici. Ma mentre son l? invasato a sognare stragi e massacri con gli occhi fuori della testa, e la mia mano corre sempre pi? spesso alla spada destinata alla vendetta, mi nota un tizio in uniforme, o barbone o tagliagole che fosse e mi fa: ?Altol? camerata! Di che legione sei o di quale centuria??. Siccome io mi invento l? su due piedi i nomi del centurione e della legione, quello ribatte: ?E dimmi un po', in questo tuo reggimento i soldati vanno in giro coi sandali bianchi ai piedi??. Ma quando poi dalla mia faccia e dal mio imbarazzo si capisce benissimo che ho mentito, il tipo mi intima di consegnargli l'arma e di non mettermi nei pasticci. Disarmato e ormai privo di ogni velleit? di vendetta, me ne torno alla pensione e l?, sbollita a poco a poco la rabbia, finisco per ringraziare la spudoratezza di quel cialtrone. * Non beve in mezzo all'acqua, n? coglie i frutti penduli il povero Tantalo, anche se il desiderio lo rode. Questa ? la sorte del ricco, che sguazza nel troppo di tutto e rumina a bocca asciutta la sua fame. * Mai fidarsi troppo di quel che si ha in animo di fare, perch? la sorte ha una sua logica. *
 

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