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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 85
 
originale
 
[LXXXV] EVMOLPVS. "In Asiam cum a quaestore essem stipendio eductus, hospitium Pergami accepi. Vbi cum libenter habitarem non solum propter cultum aedicularum, sed etiam propter hospitis formosissimum filium, excogitavi rationem qua non essem patri familiae suspectus amator. Quotiescunque enim in convivio de usu formosorum mentio facta est, tam vehementer excandui, tam severa tristitia violari aures meas obsceno sermone nolui, ut me mater praecipue tanquam unum ex philosophis intueretur. Jam ego coeperam ephebum in gymnasium deducere, ego studia eius ordinare, ego docere ac praecipere, ne quis praedator corporis admitteretur in domum. Forte cum in triclinio iaceremus, quia dies sollemnis ludum artaverat pigritiamque recedendi imposuerat hilaritas longior, fere circa mediam noctem intellexi puerum vigilare. Itaque timidissimo murmure votum feci et: "Domina, inquam, Venus, si ego hunc puerum basiavero, ita ut ille non sentiat, cras illi par columbarum donabo". Audito voluptatis pretio puer stertere coepit. Itaque aggressus simulantem aliquot basiolis invasi. Contentus hoc principio bene mane surrexi electumque par columbarum attuli expectanti ac me voto exsolvi.
 
traduzione
 
85 EUMOLPO. ?Quand'ero militare in Asia agli ordini di un questore, mi ospit? una famiglia di Pergamo. Siccome mi trovavo benissimo non solo per la comodit? dell'alloggio, ma anche perch? il padrone di casa aveva un figlio bellissimo, mi misi subito a escogitare il sistema per diventarne l'amante senza che il padre se ne rendesse conto. Tutte le volte che a tavola si faceva un accenno a certe esperienze omosessuali, io mi infervoravo cos? tanto e chiedevo con una tale decisione di non offendere le mie orecchie con sconcezze di quel tipo, che soprattutto la madre del ragazzo mi guardava come un vero filosofo. Cos? cominciai ad accompagnarlo io in palestra, ad organizzargli lo studio, a dargli qualche lezione, a raccomandargli di non portarsi in casa qualche maniaco sessuale. * La sera di un giorno di festa, mentre ce la godevamo nel triclinio e una protratta allegria ci aveva tolto la forza di ritirarci nelle nostre camere, verso mezzanotte mi resi conto che il ragazzo era ancora sveglio. E allora, con un filo di voce, feci questo voto: "O nostra Signora Venere, se solo riesco a baciare questo ragazzo senza che se ne accorga, domani gli regalo una coppia di colombe". Ma il giovane, sentendo il prezzo che ero disposto a pagare per quel tipo di piacere, cominci? a russare. Io saltai subito addosso a quell'ipocrita e lo sommersi di baci. Soddisfatto di questo inizio, la mattina mi alzai di buon'ora e comprai un bel paio di colombe che, come lui si aspettava, gli portai, per tener fede al mio voto.
 

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