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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 98
 
originale
 
[XCVIII] At non servus publicus tam languide agit, sed raptam cauponi harundinem subter lectum mittit, omniaque etiam foramina parietum scrutatur. Subducebat Giton ab ictu corpus, et reducto timidissime spiritu ipsos sciniphes ore tangebat. <. . .> Eumolpus autem, quia effractum ostium cellae neminem poterat excludere, irrumpit perturbatus et: "Mille, inquit, nummos inveni; iam enim persequar abeuntem praeconem, et in potestate tua esse Gitonem meritissima proditione monstrabo". Genua ego perseverantis amplector, ne morientes vellet occidere, et: "Merito, inquam, excandesceres si posses proditum ostendere. Nunc inter turbam puer fugit, nec quo abierit suspicari possum. Per fidem, Eumolpe, reduc puerum et vel Ascylto redde". Dum haec ego iam credenti persuadeo, Giton collectione spiritus plenus ter continuo ita sternutavit, ut grabatum concuteret. Ad quem motum Eumolpus conversus salvere Gitona iubet. Remota etiam culcita videt Vlixem, cui vel esuriens Cyclops potuisset parcere. Mox conversus ad me: "Quid est, inquit, latro? Ne deprehensus quidem ausus es mihi verum dicere. Immo ni deus quidam humanarum rerum arbiter pendenti puero excussisset indicium, elusus circa popinas errarem." Giton longe blandior quam ego, primum araneis oleo madentibus vulnus, quod in supercilio factum erat, coartavit. Mox palliolo suo laceratam mutavit vestem, amplexusque iam mitigatum, osculis tanquam fomentis aggressus est et: "In tua, inquit, pater carissime, in tua sumus custodia. Si Gitona tuum amas, incipe velle servare. Vtinam me solum inimicus ignis hauriret aut hibernum invaderet mare. Ego enim omnium scelerum materia, ego causa sum. Si perirem, conveniret inimicis." <. . .>
 
traduzione
 
98 Ma il messo non fa troppo i complimenti e, prendendo un bastone dalle mani dell'albergatore, lo infila sotto il letto, passando in rassegna anche i buchi nella parete. Gitone cercava nel frattempo di schivare i colpi e tratteneva il respiro, tutto intimorito, e con ormai la faccia tra gli insetti del materasso. * Ma siccome la porta scardinata della stanza non era pi? un ostacolo per nessuno, ecco Eumolpo catapultarsi dentro eccitato come non mai. ?I mille sesterzi me li becco io? dice trillante. ?Adesso raggiungo il messo che sta gi? allontanandosi e gli spiffero che Gitone ? qui con te, cos? mi prendo la pi? meritata delle rivincite?. Io mi butto ai suoi piedi e, nonostante continuasse a insistere con quell'idea, lo imploro di non uccidere un uomo morto. ?Se solo Gitone fosse qui? spiego io, ?avresti ragione a dare in escandescenze, ma il tipetto se l'? squagliata in mezzo a tutto questo can can, e non riesco nemmeno a immaginare dove sia andato a nascondersi. Te ne prego, Eumolpo, riportalo qua, e poi riconsegnalo pure ad Ascilto?. E quando ero ormai quasi riuscito a convincerlo, Gitone, non riuscendo pi? a trattenere il fiato da tanto era pieno, starnut? tre volte di seguito in maniera cos? violenta da far tremare il letto. A quel mezzo finimondo Eumolpo si volta e dice a Gitone ?Salute!?. Poi, dopo aver tirato via anche il materasso, ci scopre sotto un Ulisse contro il quale non avrebbe infierito nemmeno un Ciclope affamato. E, voltandosi di scatto verso di me, mi fa: ?E questo cos'?, pezzo di canaglia? Non hai il coraggio di ammettere la verit? nemmeno quando ti si coglie in flagrante! Ma che dico? Se una qualche divinit?, arbitra delle cose umane, non avesse costretto questo ragazzo a indicare la propria presenza con un segno, adesso io sarei in giro per bettole a dargli la caccia come un cretino?. * Gitone, che era molto pi? disponibile di me, gli tampon? la ferita al sopracciglio con delle ragnatele intinte nell'olio. Poi, dopo avergli dato il proprio mantello in cambio dei suoi stracci laceri, quando lo vide un po' pi? tranquillo, gli butt? le braccia al collo e coprendolo di baci gli disse: ?Caro paparino, siamo nelle tue mani - ti rendi conto? -, nelle tue mani. Se vuoi bene al tuo Gitone, comincia a pensare a come salvarlo. Vorrei che a bruciare nel fuoco impietoso fossi io solo, io solo a essere travolto dalla furia del mare in inverno! Perch? io solo sono la causa e l'origine prima di tante sventure. Se almeno morissi, tra i nemici tornerebbe la pace?. *
 

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