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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 103
 
originale
 
[CIII] -- Ne istud dii hominesque patiantur, Eumolpus exclamat, ut vos tam turpi exitu vitam finiatis! Immo potius facite quod iubeo. Mercennarius meus, ut ex novacula comperistis, tonsor est: hic continuo radat utriusque non solum capita, sed etiam supercilia. Sequar ego frontes notans inscriptione sollerti, ut videamini stigmate esse puniti. Ita eaedem litterae et suspicionem declinabunt quaerentium et vultus umbra supplicii tegent." Non est dilata fallacia, sed ad latus navigii furtim processimus, capitaque cum superciliis denudanda tonsori praebuimus. Implevit Eumolpus frontes utriusque ingentibus litteris, et notum fugitivorum epigramma per totam faciem liberali manu duxit. Vnus forte ex vectoribus, qui acclinatus lateri navis exonerabat stomachum nausea gravem, notavit sibi ad lunam tonsorem intempestivo inhaerentem ministerio, execratusque omen, quod imitaretur naufragorum ultimum votum, in cubile reiectus est. Nos dissimulata nauseantis devotione ad ordinem tristitiae redimus, silentioque compositi reliquas noctis horas male soporati consumpsimus. <. . .>
 
traduzione
 
103 ?Che gli d?i e gli uomini? esclam? Eumolpo, ?non vi permettano di finire cos? male! Fate piuttosto come dico io: il mio servo, come avete notato dal rasoio, sa fare il barbiere: vi rader? in un attimo non solo la testa ma anche le sopracciglia. Poi intervengo io e vi imprimo sulla fronte una bella scritta come si deve, perch? passiate per dei bollati a fuoco. Cos? sar? proprio quella scritta a sviare i sospetti di chi vi sta braccando: il marchio nasconder? i vostri veri lineamenti?. Non perdemmo tempo a mettere in atto il nostro piano: dopo aver raggiunto di nascosto un angolo della nave, offrimmo testa e sopracciglia al barbiere che ce le radesse. Eumolpo, dal canto suo, ci tappezz? la fronte di lettere cubitali, disegnandoci, senza troppe economie, su tutta la faccia la ben nota sigla degli schiavi fuggiaschi. Ma per puro caso, uno dei passeggeri che era l? appoggiato al parapetto per liberarsi lo stomaco in balia del mal di mare, vedendo al chiaro di luna il barbiere in piena attivit? a quell'ora tanto insolita, inveendo contro quel presagio in tutto simile al voto estremo che di solito fanno i naufraghi, se ne torn? in fretta e furia alla sua cuccetta. E noi, fingendo di non dare alcun peso alle bestemmie di quel tipo alle prese con la nausea, ripiombammo nell'angoscia di prima e quindi, accovacciandoci in silenzio, trascorremmo il resto della notte in un inquieto dormiveglia. *
 

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