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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 104
 
originale
 
[CIV] LICHAS: "Videbatur mihi secundum quietem Priapus dicere: Encolpion quod quaeris, scito a me in navem tuam esse perductum". Exhorruit Tryphaena et: "Putes, inquit, una nos dormisse; nam et mihi simulacrum Neptuni, quod Bais tetrastylo notaveram, videbatur dicere: 'In nave Lichae Gitona invenies'. -- Hinc scies, inquit Eumolpus, Epicurum esse hominem divinum, qui eiusmodi ludibria facetissima ratione condemnat". Ceterum Lichas ut Tryphaenae somnium expiavit: "Quis, inquit, prohibet navigium scrutari, ne videamur divinae mentis opera damnare?" Is qui nocte miserorum furtum deprehenderat, Hesus nomine, subito proclamat: "Ergo illi qui sunt, qui nocte ad lunam radebantur pessimo medius fidius exemplo? Audio enim non licere cuiquam mortalium in nave neque ungues neque capillos deponere, nisi cum pelago ventus irascitur".
 
traduzione
 
104 LICA. ?Mentre dormivo, mi ? sembrato che Priapo mi dicesse: "Visto che stai cercando Encolpio, sappi che ? stato da me condotto sulla tua nave"?. Trifena rabbrivid? e poi disse: ?Manco avessimo dormito insieme! Perch? anche a me ? sembrato che la statua di Nettuno, da me vista nel tempio di Baia, mi dicesse: "Sulla nave di Lica ritroverai Gitone"?. ?Questo ti dimostra chiaramente? replic? Eumolpo, ?che uomo di genio sia Epicuro, l? dove mette cos? argutamente in ridicolo le superstizioni di questo tipo?. Ma dopo aver fatto i debiti scongiuri a seguito del sogno di Trifena, Lica osserv?: ?E chi ci vieta di dare un'occhiata in giro per la nave? Cos?, giusto per far vedere che non ce ne infischiamo dei segni del cielo?. Quel tipo che nel cuore della notte ci aveva disgraziatamente sorpresi nel pieno dei nostri maneggi, un certo Eso, salt? subito su e disse: ?Ma allora chi sono quei due che stanotte davano un pessimo esempio, facendosi radere al chiaro di luna? Perch? ho sentito dire che nessun mortale dovrebbe, nel corso di una traversata, tagliarsi unghie e capelli, a meno che non infuri la tempesta?.
 

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