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Ovidio


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autore
brano
 
Petronio
Satiricon, 107
 
originale
 
[CVII] EVMOLPVS: "Me, ut puto, hominem non ignotum elegerunt ad hoc officium legatum, petieruntque ut se reconciliarem aliquando amicissimis. Nisi forte putatis iuvenes casu in has plagas incidisse, cum omnis vector nihil prius quaerat, quam cuius se diligentiae credat. Flectite ergo mentes satisfactione lenitas, et patimini liberos homines ire sine iniuria quo destinant. Saevi quoque implacabilesque domini crudelitatem suam impediunt, si quando paenitentia fugitivos reduxit, et dediticiis hostibus parcimus. Quid ultra petitis aut quid vultis? In conspectu vestro supplices iacent iuvenes ingenui, honesti, et quod utroque potentius est, familiaritate vobis aliquando coniuncti. Si mehercules intervertissent pecuniam vestram, si fidem proditione laesissent, satiari tamen potuissetis hac poena, quam videtis. Servitia ecce in frontibus cernitis et vultus ingenuos voluntaria poenarum lege proscriptos." Interpellavit deprecationem supplicis Lichas et: "Noli, inquit, causam confundere, sed impone singulis modum. Ac primum omnium, si ultro venerunt, cur nudavere crinibus capita? Vultum enim qui permutat, fraudem parat, non satisfactionem. Deinde, si gratiam a legato moliebantur, quid ita omnia fecisti, ut quos tuebaris absconderes? Ex quo apparet casu incidisse noxios in plagas, et te artem quaesisse qua nostrae animadversionis impetum eluderes. Nam quod invidiam facis nobis ingenuos honestosque clamando, vide ne deteriorem facias confidentia causam. Quid debent laesi facere, ubi rei ad poenam confugiunt. At enim amici fuerunt nostri: eo maiora meruerunt supplicia; nam qui ignotos laedit, latro appellatur, qui amicos, paulo minus quam parricida." Resolvit Eumolpos tam iniquam declamationem et: "Intellego, inquit, nihil magis obesse iuvenibus miseris, quam quod nocte deposuerunt capillos: hoc argumento incidisse videntur in navem, non venisse. Quod velim tam candide ad aures vestras perveniat, quam simpliciter gestum est. Voluerunt enim, antequam conscenderent, exonerare capita molesto et supervacuo pondere, sed celerior ventus distulit curationis propositum. Nec tamen putaverunt ad rem pertinere, ubi inciperent quod placuerat ut fieret, quia nec omen nec legem navigantium noverant. -- Quid, inquit Lichas, attinuit supplices radere? Nisi forte miserabiliores calvi solent esse. Quamquam quid attinet veritatem per interpretem quaerere? Quid dicis tu, latro? Quae salamandra supercilia tua excussit? Cui deo crinem vovisti? Pharmace, responde."
 
traduzione
 
107 EUMOLPO. ?Questo incarico lo hanno affidato a me, in qualit? di persona a voi non sconosciuta, e mi hanno pregato di riconciliarli con quelli che un tempo erano loro grandissimi amici. A meno che non pensiate che questi due ragazzi siano qui per una pura coincidenza, quando la prima cosa che ogni passeggero chiede prima di imbarcarsi ? proprio l'identit? delle persone cui si affida. Siate quindi comprensivi, ora che avete avuto la vostra soddisfazione, e lasciate che proseguano liberi e senza danni il loro viaggio fino a destinazione. Anche i padroni pi? duri e inflessibili moderano il loro risentimento quando gli schiavi fuggiti tornano pentiti, e noi risparmiamo la vita ai nemici che si arrendono. Che cosa altro volete o pretendete di pi?? Sono qui supplici al vostro cospetto dei giovani di buona famiglia, onesti, e - cosa questa che conta ancora di pi? - legati a voi in passato da rapporti di grande intimit?. Anche se vi avessero portato via del denaro, o avessero tradito la vostra fiducia, potreste per dio farvi bastare la pena di cui siete al presente testimoni. Eccoveli qua, col marchio dell'infamia sulla fronte, e i nobili volti sfregiati dai simboli di una punizione che si son voluti infliggere da soli?. Ma Lica tronc? di netto l'arringa del nostro difensore dicendo: ?Non confondere le carte in tavola, ma limitati ad esaminare le cose una per volta. Tanto per cominciare, se sono venuti di loro spontanea volont?, per quale ragione si sono rasati la testa? Chi cambia i suoi lineamenti, prepara un inganno con una scusa, mica per venirsi a scusare. E poi, se pensavano di ottenere il perdono per tramite tuo, tu perch? hai fatto di tutto per nasconderli? Ne consegue che questi due avanzi di galera nella rete ci sono finiti per caso, e tu hai cercato di sottrarli alla rabbia della nostra punizione. Quanto poi al tuo tentativo di metterci in cattiva luce starnazzando che questi due sono onesti e di buona famiglia, sta' attento a non peggiorare la situazione con questo tuo tono tronfio. Che cosa deve fare la parte lesa, quando il colpevole si va a costituire? Ma sono stati nostri amici: a maggior ragione meritano un castigo pi? duro, perch? chi fa del male a uno sconosciuto lo chiamiamo furfante, mentre chi lo fa agli amici ? poco meno di un parricida?. Eumolpo, cercando di confutare una requisitoria tanto spietata, disse: ?Mi rendo perfettamente conto che questi due giovani non potevano commettere nulla di peggio che tagliarsi i capelli nel cuore della notte, e questo spiegherebbe il fatto che sulla nave costoro ci sono arrivati per caso e non per loro spontanea volont?. Ma in tutta franchezza vorrei vi fosse chiaro in che modo si siano semplicemente svolte le cose. Prima di imbarcarsi, volevano liberarsi la testa di tutto quel peso superfluo e fastidioso, ma l'improvviso rinforzo del vento li distolse dal mettere in pratica quell'igienico proposito. Ritennero tuttavia che per portare a termine quanto avevano deciso di fare il dove non avesse alcuna importanza, dato che non erano al corrente n? delle credenze n? delle superstizioni tipiche di chi naviga?. ?Ma per ottenere il nostro perdono? interruppe Lica ?c'era forse bisogno di farsi radere i capelli? Non sar? mica che i calvi, di solito, destano pi? pena? Ma che senso ha arrivare alla verit? attraverso un intermediario? Tu, piuttosto, che cosa ne dici, razza di cialtrone? Quale salamandra ti ha fatto cadere le sopracciglia? A quale divinit? hai votato le chiome? Rispondi, canaglia!?.
 

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