[95] Nam quod et maris deos et feminas esse dicitis, quid sequatur, videtis. Equidem mirari satis non possum, unde ad istas opiniones vester ille princeps venerit.
Sed clamare non desinitis retinendum hoc esse, deus ut beatus inmortalisque sit. Quid autem obstat, quo minus sit beatus, si non sit bipes, aut ista sive beatitas sive beatitudo dicendast (utrumque omnino durum, sed usu mollienda nobis verba sunt) -- verum ea, quaecumque est, cur aut in solem illum aut in hunc mundum aut in aliquam mentem aeternam figura membrisque corporis vacuam cadere non potest?
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95. Quanto poi alla distinzione fra maschi e femmine che esisterebbe anche fra gli d?i, lascio trarre a voi le
conseguenze. Da parte mia resto sempre pi? meravigliato di come il vostro capo non sia potuto giungere a simili
conclusioni.
Voi per? continuate a sostenere che la divinit? ? felice ed immortale! Eppure che cosa impedisce che un essere
sia felice anche se non possiede due piedi? Perch? mai codesto stato di felicit? o di beatitudine che dir si voglia
(nessuno dei due termini rende adeguatamente il senso, ma occorre con l'uso piegarli ad esprimerlo) o comunque ti
piaccia chiamarlo non dovrebbe poter toccare al nostro sole o al nostro mondo o ad un principio intelligente
eternamente operante anche se privo della caratteristica struttura e configurazione del corpo umano?
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