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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 2
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originale
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[2] Tum Balbus: "Eundem equidem mallem audire Cottam, dum, qua eloquentia falsos deos sustulit, eadem veros inducat. Est enim et philosophi et pontificis et Cottae de dis inmortalibus habere non errantem et vagam ut Academici, sed ut nostri stabilem certamque sententiam. Nam contra Epicurum satis superque dictum est; sed aveo audire, tu ipse, Cotta, quid sentias." "An" inquit "oblitus es, quid initio dixerim, facilius me, talibus praesertim de rebus, quid non sentirem, quam quid sentirem posse dicere?
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traduzione
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2. A questo punto intervenne Balbo: ?Per conto mio - disse - preferirei ascoltare ancora Cotta per dargli' il tempo
di rappresentarci le vere divinit? con la stessa foga oratoria con la quale ha demolito quelle false: si addice alla
personalit? di un filosofo, di un Pontefice, di un Cotta, insomma, non avere degli d?i immortali un concetto vago e
ondeggiante come gli Accademici, bens? una convinzione precisa e sicura come l'hanno quelli della nostra scuola.
Contro Epicuro si ? gi? parlato pi? che a sufficienza. Prima pero vorrei sentire che ne pensa l'interessato ?. Al che
Cotta: ?Hai dunque dimenticato quanto ti dissi all'inizio, che cio?, specie in questioni dei genere, mi riesce pi? facile
esprimere ci? che non penso di ci? che effettivamente penso?
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