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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 3
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originale
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[3] Quod si haberem aliquid, quod liqueret, tamen te vicissim audire vellem, cum ipse tam multa dixissem."
Tum Balbus: "Geram tibi morem et agam, quam brevissume potero; etenim convictis Epicuri erroribus longa de mea disputatione detracta oratio est. Omnino dividunt nostri totam istam de dis inmortalibus quaestionem in partis quattuor. Primum docent esse deos, deinde quales sint, tum mundum ab his administrari, postremo consulere eos rebus humanis. Nos autem hoc sermone, quae priora duo sunt, sumamus; tertium et quartum, quia maiora sunt, puto esse in aliud tempus differenda."
"Minime vero" inquit Cotta "nam et otiosi sumus et his de rebus agimus, quae sunt etiam negotiis anteponenda."
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traduzione
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3. D'altronde, anche se avessi idee chiare al riguardo, pure preferirei sentire te parlare a tua volta, visto che io ho
gi? parlato tanto ?.
? Far? dunque a tuo modo - concluse Balbo ? e cercher? di essere il pi? breve possibile dato che la gi? avvenuta
confutazione degli errori di Epicuro ? valsa ad eliminare una parte considerevole della mia esposizione. I seguaci della
nostra scuola propongono una prima quadruplice ripartizione generale dell'argomento che ci interessa. In primo luogo
affermano l'esistenza degli d??, passano quindi a determinarne la natura; segue la dimostrazione che sono essi a
governare il mondo e, infine, che provvedono agli interessi dell'uomo. Nella nostra esposizione ci limiteremo a trattare
il primo ed il secondo punto: il terzo ed il quarto penso di rimandarli ad altra occasione, dato il loro maggiore peso ?.
? Neanche per sogno! - intervenne Cotta - oltre a non aver nulla da fare, ci stiamo occupando di problemi di
fronte ai quali anche gli affari pubblici debbono cedere il passo ?.
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