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autore
brano
 
Cicerone
De Natura Deorum, II, 7
 
originale
 
[7] Praedictiones vero et praesensiones rerum futurarum quid aliud declarant nisi hominibus ea, quae sint, ostendi, monstrari, portendi, praedici, ex quo illa ostenta, monstra, portenta, prodigia dicuntur. Quod si ea ficta credimus licentia fabularum, Mopsum, Tiresiam, Amphiaraum, Calchantem, Helenum (quos tamen augures ne ipsae quidem fabulae adscivissent, si res omnino repudiarent), ne domesticis quidem exemplis docti numen deorum conprobabimus? Nihil nos P. Clodi bello Punico primo temeritas movebit, qui etiam per iocum deos inridens, cum cavea liberati pulli non pascerentur, mergi eos in aquam iussit, ut biberent, quoniam esse nollent? Qui risus classe devicta multas ipsi lacrimas, magnam populo Romano cladem attulit. Quid collega eius, [L.] Iunius, eodem bello nonne tempestate classem amisit, cum auspiciis non paruisset? Itaque Clodius a populo condemnatus est, Iunius necem sibi ipse conscivit.
 
traduzione
 
7. Quanto poi alle profezie e alle premonizioni dei futuro che cosa provano se non che gli avvenimenti futuri vengono rivelati, mostrati, pronosticati, predetti agli uomini (donde i termini di rivelazione, mostro, pronostico, prodigio)? Ch?, se anche consideriamo come frutti di fantasia personaggi come Mopsolo, Tiresia, Amfiarao, Calcante, Eleno, data l'estrema arbitrariet? dei racconti mitici (eppure anche i miti non avrebbero annoverato quei personaggi fra gli auguri, se non ammettessero la validit? dei fatti) non riconosceremo ugualmente la potenza divina una volta resi edotti dalle esperienze di casa nostra? Non ci far? dunque riflettere la temerit? dimostrata da Gaio Clodio durante la prima guerra punica? Costui, poich? i polli sacri, liberati dalla gabbia, non toccarono cibo ordin? che fossero immersi nell'acqua ?perch? bevessero visto che non volevano mangiare? e si macchi? cosi della colpa di dileggio nei riguardi della divinit?, anche se aveva voluto solo dire una spiritosaggine. Ma questa spiritosaggine, dopo la disfatta della flotta, frutt? a lui molte lagrime ed al popolo romano una grave sconfitta. E che dire del suo collega Lucio Giunio? Non fu forse lui a perdere la flotta durante quella medesima guerra per non aver obbedito agii auspici? La conseguenza fu che Ciodio fu condannato dal popolo e Giunio si diede da se stesso la morte.
 

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