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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 19
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originale
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[19] Quid vero tanta rerum consentiens, conspirans, continuata cognatio quem non coget ea, quae dicuntur a me, conprobare? possetne uno tempore florere, dein vicissim horrere terra, aut tot rebus ipsis se inmutantibus solis accessus discessusque solstitiis brumisque cognosci. aut aestus maritimi fretorumque angustiae ortu aut obitu lunae commoveri, aut una totius caeli conversione cursus astrorum dispares conservari? haec ita fieri omnibus inter se concinentibus mundi partibus profecto non possent, nisi ea uno divino et continuato spiritu continerentur.
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traduzione
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19. E che dire di una cos? compatta connessione di tutti gli esseri fra loro in una perfetta unit? di finalit? e di
intenti? Non costringer? chiunque ad ammettere la validit? delle mie affermazioni? Come potrebbe altrimenti la terra
ricoprirsi tutta di fiori nel medesimo periodo e, in seguito, secondo un ritmo alterno, rivestirsi di squallore? In mezzo a
cos? vaste e profonde trasformazioni come potrebbe distinguersi l'accostarsi o l'allontanarsi del sole dalla terra in
occasione dei due solstizi? come potrebbero sollevarsi le maree negli stretti bracci di mare al sorgere o al tramontare
della luna o come conservarsi distinte le orbite degli astri nonostante unico sia il moto di rivoluzione della volta celeste?
Tutto questo complesso processo armoniosamente connesso ed organizzato sarebbe del tutto impossibile se non
fosse guidato da uno spirito divino operante senza soluzione di continuit
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