Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
De Natura Deorum, II, 20
|
|
originale
|
|
[20] Atque haec cum uberius disputantur et fusius, ut mihi est in animo facere, facilius effugiunt Academicorum calumniam ; cum autem, ut Zeno solebat, brevius angustiusque concluduntur, tum apertiora sunt ad reprendendum, nam ut profluens amnis aut vix aut nullo modo, conclusa autem aqua facile conrumpitur, sic orationis flumine reprensoris convicia diluuntur, angustia autem conclusae rationis non facile se ipsa tutatur. Haec enim, quae dilatantur a nobis, Zeno sic premebat:
|
|
traduzione
|
|
20. Quando codeste dottrine vengono esposte con abbondanza e scorrevolezza di eloquio, come ? mia intenzione
d? fare, ? pi? facile sottrarsi agli attacchi degli Accademici; quando invece, al modo di Zenone, si giunge troppo
concisamente e brevemente alle conclusioni, ci si espone maggiormente alle obiezioni. Come un fiume che liberamente
fluisce di rado o mai s'inquina, mentre facilmente ci? pu? avvenire per un'acqua stagnante, cosi le obiezioni malevole
del critico si sgretolano sotto gli attacchi di un'oratoria fluente mentre un eloquio serrato e conciso non riesce a
difendere le proprie posizioni. Le argomentazioni che noi veniamo esponendo con ampiezza di particolari erano cos?
condensate da Zenone:
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|