[24] Quod quidem Cleanthes his etiam argumentis docet, quanta vis insit caloris in omni corpore: negat enim esse ullum cibum tam gravem, quin is nocte et die concoquatur; cuius etiam in reliquiis inest calor iis, quas natura respuerit. iam vero venae et arteriae micare non desinunt quasi quodam igneo motu, animadversumque saepe est, cum cor animantis alicuius evolsum ita mobiliter palpitaret, ut imitaretur igneam celeritatem. Omne igitur, quod vivit, sive animal, sive terra editum, id vivit propter inclusum in eo calorem, ex quo intellegi debet eam caloris naturam vim habere in se vitalem per omnem mundum pertinentem.
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24. Questo prova Cleante anche dimostrando quanta energia calorifica sia contenuta in ciascun corpo. Per lui non
v'? cibo tanto massiccio che non bruci in continuazione giorno e notte una volta ingerito; ed il calore che ne deriva si
conserva ancora nei rifiuti di cui la natura si sbarazza. Inoltre le vene e le arterie non smettono mai di pulsare come se
fosse del fuoco ad imprimere loro il movimento e spesso si ? osservato che il cuore strappato ad un animale palpitava in
modo tale da imitare il rapido movimento della fiamma. Tutto ci? che vive dunque, sia esso animale o vegetale, vive in
forza del calore che reca chiuso in s?. Dal che si deve dedurre che la sostanza che costituisce il calore possiede una
forza vitale che si estende all'intero universo.
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