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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 25
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originale
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[25] Atque id facilius cernemus toto genere hoc igneo, quod tranat omnia subtilius explicato. Omnes igitur partes mundi (tangam autem maximas) calore fultae sustinentur. Quod primum in terrena natura perspici potest. nam et lapidum conflictu atque tritu elici ignem videmus et recenti fossione terram fumare calentem, atque etiam ex puteis iugibus aquam calidam trahi, et id maxime fieri temporibus hibernis, quod magna vis terrae cavernis contineatur caloris eaque hieme sit densior ob eamque causam calorem insitum in terris contineat artius.
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traduzione
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25. E pi? facilmente comprenderemo questa verit? se svilupperemo pi? dettagliatamente codesto argomento del
fuoco che condiziona tutti gli altri. Tutte le parti dei mondo dunque (e mi rifar? alle pi? grandi) si conservano perch?
sostenute dal fuoco. Questo lo si pu? vedere osservando in primo luogo tutto ci? che risulta composto di terra. Se
battiamo o trituriamo delle pietre ne vediamo scaturire del fuoco e analogamente possiamo osservare che la terra,
quando sia stata scavata da poco, fuma per il calore e che dai pozzi perenni si attinge acqua calda soprattutto nel periodo
invernale in quanto una grande massa di calore giace nelle cavit? sotterranee e, poich? durante l'inverno la terra si fa pi?
densa, finisce coi condensare il calore in essa contenuto.
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