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brano
 
Cicerone
De Natura Deorum, II, 32
 
originale
 
[32] Audiamus enim Platonem quasi quendam deum philosophorum; cui duo placet esse motus, unum suum, alterum externum, esse autem divinius, quod ipsum ex se sua sponte moveatur quam, quod pulsu agitetur alieno. hunc autem motum in solis animis esse ponit, ab isque principium motus esse ductum putat. quapropter, quoniam ex mundi ardore motus omnis oritur, is autem ardor non alieno inpulsu, sed sua sponte movetur, animus sit necesse est; ex quo efficitur animantem esse mundum. Atque ex hoc quoque intellegi poterit in eo inesse intellegentiam, quod certe est mundus melior quam ulla natura. ut enim nulla pars est corporis nostri, quae non minoris sit quam nosmet ipsi sumus, sic mundum universum pluris esse necesse est quam partem aliquam universi. quod si ita est, sapiens sit mundus necesse est, nam ni ita esset, hominem, qui esset mundi pars, quoniam rationis esset particeps, pluris esse quam mundum omnem oporteret.
 
traduzione
 
32. Ascoltiamo quello che dice Platone che ? un po' come il dio dei filosofi. Secondo lui esisterebbero due tipi di movimento, l'uno spontaneo, l'altro di origine esterna; e tutto ci? che si muove spontaneamente per impulso proprio parteciperebbe della natura divina in grado maggiore di ci? che si muove per spinta altrui. Unica sede di codesto movimento spontaneo sarebbe l'anima e dall'anima soltanto trarrebbe origine ogni movimento. In conseguenza di ci? poich? ogni movimento trae origine dal calore cosmico e questo calore non si muove per impulso estraneo ma spontaneamente, esso si identifica necessariamente con lo stesso principio vitale: il che prova che il mondo ? un essere fornito di vita. Un'altra prova che nel mondo ha sede un principio intelligente la si potr? ricavare dal fatto che il mondo e superiore ad ogni altro essere che ne faccia parte. Come non esiste una sola parte del nostro corpo che abbia maggior peso di ci? che noi stessi siamo, cos? il mondo nel suo insieme deve necessariamente sopravanzare per importanza ogni sua singola parte. E se ci? ? vero ? giocoforza che il mondo sia anche dotato di sapienza. In caso contrario l'uomo, che ? parte del mondo, in quanto partecipe della ragione, dovrebbe essere da solo superiore all'intero universo!
 

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