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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 35
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originale
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[35] Neque enim dici potest in ulla rerum institutione non esse aliquid extremum atque perfectum, ut enim in vite, ut in pecude, nisi, quae vis obstitit, videmus naturam suo quodam itinere ad ultimum pervenire, atque ut pictura et fabrica ceteraeque artes habent quendam absoluti operis effectum, sic in omni natura ac multo etiam magis necesse est absolvi aliquid ac perfici. etenim ceteris naturis multa externa, quo minus perficiantur, possunt obsistere, universam autem naturam nulla res potest impedire propterea, quod omnis naturas ipsa cohibet et continet. Quocirca necesse est esse quartum illum et altissimum gradum, quo nulla vis possit accedere.
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traduzione
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35. Ci? non esclude, naturalmente, che qualcosa di definitivo e di perfetto possa esistere anche in altri campi
della realt? naturale. Come nello sviluppo delle viti e degli armenti, se non interviene una forza ostile, la natura
seguendo un suo particolare cammino riesce a giungere alla piena realizzazione del suo scopo e come la pittura,
l'architettura e le altre arti posseggono un loro supremo grado di perfezione, allo stesso modo ed in grado assai
maggiore la perfezione dovr? realizzarsi ed attuarsi nell'ambito della natura presa nel suo insieme. Alla piena
realizzazione dei singoli esseri possono opporsi molteplici cause provenienti dall'esterno, ma nulla pu? essere di
impedimento alla totalit? della realt? naturale dal momento che essa tutto contiene e racchiude in s?. Deve quindi
esistere nella scala degli esseri questo quarto grado superiore a tutti gli altri ed inaccessibile ad ogni forza contraria.
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