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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 39
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originale
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[39] est autem nihil mundo perfectius, nihil virtute melius; igitur mundi est propria virtus. Nec vero hominis natura perfecta est, et efficitur tamen in homine virtus; quanto igitur in mundo facilius; est ergo in eo virtus. sapiens est igitur et propterea deus. Atque hac mundi divinitate perspecta tribuenda est sideribus eadem divinitas; quae ex mobilissima purissimaque aetheris parte gignuntur neque ulla praeterea sunt admixta natura totaque sunt calida atque perlucida, ut ea quoque rectissime et animantia esse et sentire atque intellegere dicantur.
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traduzione
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39. e poich?, d'altra parte, nulla vi ? di superiore al mondo, nulla di pi? apprezzabile della virt?, anche il mondo
deve possedere la virt? come una caratteristica essenziale. La natura umana non ? affatto perfetta, eppure si attua in essa
la virt? : quanto pi? facilmente si attuer? allora nel mondo! e se cle virt? nel mondo, esso ? sapiente e,
conseguentemente, divino.
Una volta accertata la divinit? del mondo, questa stessa divinit? dovremo attribuirla alle stelle che traggono
origine dalla parte pi? mobile e pi? pura dell'etere: esse non sono contaminate da alcun altro elemento e sono in tutto
calde e trasparenti s? che molto giustamente si afferma che siano dotate di vita, di sensibilit? e di ragione.
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