Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
De Natura Deorum, II, 41
|
|
originale
|
|
[41] atqui hic noster ignis, quem usus vitae requirit, confector est et consumptor omnium idemque, quocumque invasit, cuncta disturbat ac dissipat; contra ille corporeus vitalis et salutaris omnia conservat, alit, auget, sustinet sensuque adficit." negat ergo esse dubium horum ignium sol utri similis sit, cum is quoque efficiat, ut omnia floreant et in suo quaeque genere pubescant, quare, cum solis ignis similis eorum ignium sit, qui sunt in corporibus animantium, solem quoque animantem esse oportet, et quidem reliqua astra, quae oriantur in ardore caelesti, qui aether vel caelum nominatur.
|
|
traduzione
|
|
41. Sennonch?, mentre codesto nostro fuoco richiesto dalle necessit? della vita distrugge e consuma ogni cosa e,
dovunque si porta, tutto sconvolge e disperde, l'altro fuoco apportatore di vita e di salute che alberga nei corpi animati
conserva' nutre, accresce, sostiene e rende capaci di sensazioni gli esseri tutti ?. Secondo Cleante, dunque, non vi
sarebbe dubbio a quale categoria di fuoco assomigli il sole dal momento che anch'esso fa fiorire e sviluppare le varie
creature ciascuna nell'ambito della sua specie. In conseguenza di ci?, poich? il fuoco che costituisce il sole ? simile a
quello che entra nella composizione degli esseri viventi, anche il sole dovr? essere fornito di vita e, al pari del sole, tutti
i rimanenti astri che nascono in quella volta infuocata che ha nome etere o cielo.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|