[44] Nec vero Aristoteles non laudandus in eo, quod omnia, quae moventur, aut natura moveri censuit aut vi aut voluntate; moveri autem solem et lunam et sidera omnia; quae autem natura moverentur, haec aut pondere deorsum aut levitate in sublime ferri, quorum neutrum astris contingeret propterea, quod eorum motus in orbem circumque ferretur; nec vero dici potest vi quadam maiore fieri, ut contra naturam astra moveantur (quae enim potest maior esse?); restat igitur, ut motus astrorum sit voluntarius. Quae qui videat, non indocte solum, verum etiam impie faciat, si deos esse neget. nec sane multum interest, utrum id neget, an eos omni procuratione atque actione privet; mihi enim, qui nihil agit, esse omnino non videtur. esse igitur deos ita perspicuum est, ut, id qui neget, vix eum sanae mentis existimem.
|
44. Non si pu? fare a meno di apprezzare quanto ci dice al proposito Aristotele secondo il quale ogni corpo in
movimento si muove o per impulso naturale o per forza esterna o per propria volont?. Ora il sole, la luna e gli astri tutti
sono corpi in movimento; sennonch?, mentre tutto ci? che si muove per impulso naturale ? trascinato in basso dal suo peso o verso l'alto dalla sua levit?, nulla di simile si verifica per il movimento degli astri che percorrono invece orbite
circolari. N? si pu? dire che ci? avvenga per intervento di una forza pi? potente che costringa gli astri a muoversi in
contrasto con le leggi naturali (come infatti concepire una forza siffatta?); non resta altro che concludere che il
movimento degli astri dipende dalla loro volont?.
Chi si rendesse conto di questo non solo darebbe prova di ignoranza a negare gli d?i, ma si macchierebbe anche
di empiet?. N? v'? gran differenza fra la negazione assoluta e il privare gli d?i di ogni cura e di ogni attivit?: per me chi
non compie alcuna azione neppure esiste. L'esistenza degli d?i ? dunque una realt? cos? evidente che il negarla lo
ritengo poco meno che segno di demenza.
|