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autore
brano
 
Cicerone
De Natura Deorum, II, 46
 
originale
 
[46] Hic quam volet Epicurus iocetur, homo non aptissimus ad iocandum minimeque resipiens patriam, et dicat se non posse intellegere qualis sit volubilis et rutundus deus, tamen ex hoc, quod etiam ipse probat, numquam me movebit. Placet enim illi esse deos, quia necesse sit praestantem esse aliquam naturam qua nihil sit melius. mundo autem certe nihil est melius; nec dubium, quin, quod animans sit habeatque sensum et rationem et mentem, id sit melius quam id, quod is careat.
 
traduzione
 
46. Scherzi pure quanto vuole Epicuro, un uomo tutt'altro che spiritoso e che ben poco sembra aver conservato dell'arguzia caratteristica della sua terra d'origine; dica pure di non riuscire a concepire una divinit? circolare fornita di moto rotatorio: non riuscir? ugualmente a farmi recedere da una convinzione che ? anche la sua. E' infatti sua opinione che gli d?i esistono in quanto deve necessariamente esistere un essere che sopravanzi tutti gli altri e al quale nessun altro sia superiore. D'altra parte nulla ? superiore al mondo e non c'? dubbio che un essere vivente fornito di vita, di sensibilit?, di ragione e di intelligenza superi chi di tali beni ? privo.
 

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