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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 47
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originale
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[47] ita efficitur animantem, sensus mentis rationis mundum esse compotem; qua ratione deum esse mundum concluditur. Sed haec paulo post facilius cognoscentur ex is rebus ipsis, quas mundus efficit. interea Vellei noli quaeso prae te ferre vos plane expertes esse doctrinae. conum tibi ais et cylindrum et pyramidem pulchriorem quam sphaeram videri, novum etiam oculorum iudicium habetis. sed sint ista pulchriora dumtaxat aspectu -- quod mihi tamen ipsum non videtur; quid enim pulchrius ea figura, quae sola omnis alias figuras complexa continet, quaeque nihil asperitatis habere, nihil offensionis potest, nihil incisum angulis nihil anfractibus, nihil eminens nihil lacunosum; cumque duae formae praestantissimae sint, ex solidis globus (sic enim sfairan interpretari placet), ex planis autem circulus aut orbis, qui kukloV Graece dicitur, his duabus formis contingit solis ut omnes earum partes sint inter se simillumae a medioque tantum absit extremum, quo nihil fieri potest aptius --
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traduzione
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47. Ne consegue che il mondo debba essere un'entit? vivente dotata di sensibilit?, di intelligenza e di ragione,
donde la conclusione che il mondo fa tutt'uno con la divinit?. Ma tutto ci? lo ricaveremo pi? facilmente fra non molto
da quelle che sono le creazioni del mondo.
Frattanto tu, Velleio, dovresti farmi il favore di non addurre la solita scusa della vostra ignoranza in campo
scientifico. Tu dici che il cono, il cilindro e la piramide ti appaiono pi? belli della sfera. Davvero originale ? il vostro
modo di giudicare le sensazioni visive! Ma ammettiamo pure che quelle figure diano, almeno apparentemente, la
sensazione di una maggiore bellezza; la sostanza per?, a mio avviso, ? ben diversa. Che vi pu? essere di pi? bello di
quella figura che sola abbraccia e contiene tutte le altre, che non pu? presentare sulla sua superficie n? rugosit?, n?
gibbosit?, n? angolosit?, n? avvallamenti, n? protuberanze, n? rientranze?
Due sono le figure geometriche che si impongono su tutte le altre: il globo fra i solidi (cos? ci piace tradurre il
termine sfairan) e il circolo o cerchio (il kukloV dei Greci) fra le figure piane. Solo ad esse appartiene la propriet? di
essere in tutto uniformi s? che ogni parte risulti equidistante dal centro e nulla vi pu? essere di pi? unitario di tale
configurazione.
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