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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 67
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originale
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[67] Mater autem est a gerendis frugibus Ceres tamquam geres, casuque prima littera itidem immutata ut a Graecis; nam ab illis quoque Dhmhthr quasi gh mhthr nominata est. Iam qui magna verteret Mavors, Minerva autem quae vel minueret vel minaretur. Cumque in omnibus rebus vim haberent maxumam prima et extrema, principem in sacrificando Ianum esse voluerunt, quod ab eundo nomen est ductum, ex quo transitiones perviae iani foresque in liminibus profanarum aedium ianuae nominantur. Nam Vestae nomen a Graecis (ea est enim quae ab illis Estiadicitur); vis autem eius ad aras et focos pertinet, itaque in ea dea, quod est rerum custos intumarum, omnis et precatio et sacrificatio extrema est.
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traduzione
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67. Il nome della madre, Cerere, deriva da ? gerere fruges ? quasi che il vero nome fosse Geres e che si fosse poi
casualmente trasformata la lettera iniziale: lo stesso, d'altronde, accadde per il corrispondente nome greco che ?
Dhmhthr in luogo di gh mhthr. Si dette infine il nome di Mavors ad un dio che magna verteret (provocasse grandi
sconvolgimenti) e quello di Minerva alla dea che minueret (riducesse) e minaretur (minacc?asse)
Poich? in ogni circostanza ci? che pi? conta ? F?nizio e la fine, si stabili che nei sacrifici si invocasse per primo
Giano. ll nome di questo dio deriva dal verbo ire al quale si ricollegano pure i termini iani, designanti le vie di
passaggio e ianuae designanti le porte sulle soglie degli edifici profani. Quanto a Vesta, ? un nome di derivazione greca
(trattasi della stessa dea che i Greci chiamano Estia ). La sua influenza ? rivolta alle are ed ai focolari e poich? a lei
spetta la tutela dell'intimit? ? sempre l'ultima ad essere invocata ed a ricevere sacrifici.
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