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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, II, 69
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originale
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[69] Diana dicta quia noctu quasi diem efficeret, adhibetur autem ad partus, quod i maturescunt aut septem non numquam aut ut plerumque novem lunae cursibus, qui quia mensa spatia conficiunt menses nominantur; concinneque ut multa Timaeus, qui cum in historia dixisset qua nocte natus Alexander esset eadem Dianae Ephesiae templum deflagravisse, adiunxit minime id esse mirandum, quod Diana quom in partu Olympiadis adesse voluisset afuisset domo. Quae autem dea ad res omnes veniret Venerem nostri nominaverunt, atque ex ea potius venustas quam Venus ex venustate.
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traduzione
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69. ? chiamata Diana perch? durante la notte sembra riportare la luce ? diurna ?. Inoltre si ricorre a lei nei parti in
quanto essi giungono a maturazione nel giro talora di sette o, per lo pi?, di nove cicli lunari che si chiamano ? mesi ?
appunto perch? percorsi ? misurati ?. Lo storico Timeo, venendo a parlare dell'incendio del tempio di Diana Efesia
scoppiato proprio nella notte in cui vide la luce Alessandro, aggiunge, col suo consueto spirito, che la cosa non deve
stupire poich? in quel momento Diana si era assentata da casa per assistere il parto di Olimpiade. Infine i nostri
chiamarono Venere la dea che ? viene ? ad ogni essere ed ? preferibile far derivare dal suo nome il termine ?venust??
piuttosto che attenersi alla derivazione opposta.
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